Un mio saggio. “Il laboratorio audiovisivo come luogo di intercultura” di Michela Secchi

Da più di dieci anni mi occupo di cinema e educazione agli audiovisivi. Ho maturato diverse esperienze a livello accademico (come insegnante ma anche come regista di alcuni cortometraggi) e lavorato spesso anche con ragazzi delle scuole secondarie di primo grado e bambini della scuola primaria. Nell’anno scolastico 2009-2010 sono stata membro dello staff che ha tenuto i corsi di educazione al cinema finalizzato alla realizzazione di cortometraggi nelle scuole medie statali Don Milani (Cagliari Sant’Elia) e Alagon-Ciusa-Dessì (Cagliari San Michele) coordinati da Antioco Floris e Salvatore Mereu (gestione didattico organizzativa CELCAM Università di Cagliari, Viacolvento Nuoro; progetti finanziati con la legge cinema della Regione Sardegna). Il laboratorio ha dato vita al lungometraggio Tajabone di Salvatore Mereu, presentato alla sezione “Controcampo italiano” della 67esima edizione della mostra del Cinema di Venezia, e al documentario Asse Mediano di Michele Mossa, presentato alla 5^ edizione del Festival Internazionale del cinema di Roma. (per saperne di più: Articolo Corriere della Sera; Saggio del prof. Antioco Floris; Tajabone a Venezia; Intervista a Salvatore Mereu).

Un’esperienza molto intensa, dura, e allo stesso tempo formativa e entusiasmante. In questo lungo percorso, che ha portato alla realizzazione del lungometraggio, i ragazzi hanno imparato a usare la macchina da presa, a scrivere delle brevi sceneggiature e a capire il meccanismo che regola la realizzazione di un prodotto cinematografico. In questo percorso io ho curato la parte relativa all’abc cinematografico facendo un po’ di storia del cinema e insegnando loro i primi rudimenti della tecnica cinematografica. Anni dopo mi è stato chiesto di raccontare questa bella esperienza in un libro, focalizzando l’attenzione sul rapporto cinema-intercultura. Quanto il cinema e l’educazione agli audiovisivi possono favorire l’integrazione di persone appartenenti a tessuti sociali diversi? Quanto la diversità può diventare un’opportunità di crescita e arricchimento per il gruppo quando si opera per il raggiungimento di un fine comune? Nel mio saggio cerco di raccontare la mia esperienza mettendo in luce proprio questi aspetti.

Il laboratorio Audiovisivo come luogo di intercultura. Considerazioni intorno a un’esperienza di educazione al cinema” è parte del libro Terre Incognite: cinema e educazione interculturale, a cura di Imad Hamdar e Federica Diana, pubblicato nel 2012 da CUEC.

Eccolo: IL MIO SAGGIO “Il laboratorio audiovisivo…”

 

 

 

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