Google e Scuola: come le app mi hanno dato una marcia in più. 3) Motivare, coinvolgere e attivare percorsi dinamici

Non so se a voi capita… ma tante volte, durante una lezione qualsiasi, mi è successo di fare un esempio o raccontare un aneddoto tirando fuori il nome di una città o un fiume o una Paese europeo. A quel punto qualche bambino dice esserci stato (il più delle volte non è vero… – ci sono bambini che giurano di essere stati dentro un igloo o sulla luna – ehehehehe)  ma la maggior parte inizia a chiedermi: dove, quando, come? In casi come questi che fate? 1. Se l’aneddoto è di passaggio, e approfondire il discorso significa sviare completamente l’obiettivo da raggiungere, meglio tagliar corto, segnare da qualche parte la curiosità emersa per approfondirla in un secondo momento, dare una spiegazione e passare oltre; 2. Se invece l’input può diventare spunto di arricchimento e motivo di sviluppo dell’argomento trattato – o che magari dovrà essere trattato di lì a poco – bisogna cavalcare l’onda dell’entusiasmo e sfruttare il momento magico. E allora che si fa? Chiediamo ad un bambino (quale? chi vuole andare… chi no, perché lui e io no? possiamo andare insieme?) di andare dal collaboratore (ma dove? in bidelleria? all’ingresso? al piano terra o al primo piano?) per chiedere una cartina geografica (quale? come? che sia aggiornata e non cadente a pezzi… Pretendo troppo?). Son passati cinque minuti e i due bambini partono alla ricerca del collaboratore per la cartina. Dopo dieci minuti, in cui gli altri impazienti hanno ormai perso le speranze e dimenticato il motivo della ricerca, arriva la cartina geografica (antica, mi hanno portato la Fisica e io avrei preferito la Politica, mi hanno portato quella in cui si vede il luogo cercato ma non tutto il resto, ma è aggiornata? Ops… c’è ancora la Jogoslavia!), cerco di sistemarla (quando ti serve un gancio non lo trovi mai… la appendo alla lavagna… cade, proviamo con la LIM, niente… andiamo lì mi sembra di aver visto un punto d’aggancio… “Ma maestra se la metti lì non vedo”): BAAAAASTAAAA! E così, la settimana dopo… mentre si parla salta fuori la parola VIENNA: “Maestra, ma dove si trova Vienna? È vicina a noi? Ma è in Australiaaaa?” e io, reduce dall’esperienza della settimana prima taglio subito corto con un “… è una città dell’Austria, che è un’altra cosa rispetto all’Australia, fanno delle ottime  schnitzel, che sono tipo le nostre fettine impanate o cotolette alla milanese, ma adesso non abbiamo tempo per parlare di carne fritta quindi chiedete ai vostri genitori!” (e poi rientro a casa con il pensiero “che maestra pessima che sei diventata… sob”). E invece no. “Volete davvero sapere dove si trova Vienna? Beh, confina con l’Italia…” – “Maestra, ma come i confini che abbiamo fatto in matematica?” – “Sì, più o meno… ragioniamoci su. Ti ricordi cosa è un confine?” e da lì si parte… Ma i bambini vogliono vedere bene questa famosa linea di confine. Che faccio? Vado a cercare la cartina geografica dal collaboratore? Eh no! Vado su Google, apro la App che avevo precedentemente scaricato e zac… l’intero pianeta a nostra disposizione! WOOOOW! 20170804_122752Il primo impatto di Google Earth è sempre entusiasmante. Occhio!, perché poi i bambini vorrebbero visitare ogni luogo più disparato quindi ricordiamoci che il Cicerone della situazione siamo noi e dobbiamo guidarli bene senza perdere la bussola. Quando si effettua l’accesso a Google Earth, attraverso l’indirizzo apposito o cercandolo sul motore di Google, possiamo subito prendere dimestichezza con il mezzo inserendo o il luogo desiderato o una frase tipo “la capitale dell’Austria” e lui ci catapulta nel luogo desiderato. Da qui possiamo accedere a tutta una serie di schede informative che riguardano la città da svariati punti di vista, possiamo ruotare intorno alla Terra in 3D e perlustrare i luoghi che ci interessano, avere una visione di insieme (quindi osservare immediatamente la collocazione della città sullo Stato di appartenenza, la vicinanza con gli altri Paesi, il Continente di riferimento e il rapporto delle distanze rispetto al luogo dove in cui viviamo noi, ritornare alla macro realtà Globo Terreste. È un atlante virtuale straordinario che ci consente di lavorare ogni volta che lo desideriamo memorizzando anche i nostri percorsi, le scoperte e le tappe effettuate. Inoltre è un’applicazione che ci consente di vedere e scoprire i luoghi più nascosti della Terra, della Luna, di Marte o di esplorare i cieli stellati, in un grande viaggio virtuale nello spazio, ma anche nel tempo. Possiamo orientarci con il mouse o inserire le coordinate, effettuare dei veri e propri tour virtuali oppure, integrandolo con l’App Tour Builder, offre gli strumenti per creare unità didattiche per la geografia (costruzione di ipertesti geografici grazie all’inserimento di link, immagini o video ai luoghi). Utilizzare Earth ci consente di poter approfondire geografia, scienze, storia in maniera entusiasmante e, con gli alunni più grandi, attivare anche percorsi di FlipClass. Con Google Earth abbiamo sicuramente la possibilità di ampliare la nostra realtà scolastica. Se vogliamo invece visionare delle vere e proprie mappe (strade, confini, luoghi, ecc) o costruire dei percorsi da simulare o calcolare distanze (segnando tutta su Google Fogli… per non perdere niente) allora utilizziamo l’ormai conosciutissima Google Maps. Sicuramente ognuno di noi la utilizza da tempo sul pc o sul cellulare. Quando ci viene fornito un indirizzo la prima cosa che facciamo ormai è andare su questa App. Ma è certo che può anche essere un valido strumento per la nostra didattica. Vi posso soltanto suggerire di farvi un giro nel menù principale (esiste anche una voce suggerimenti) e iniziare a perlustrare alcune delle funzioni base. Le possibilità di lavoro sono tantissime.

Se abbiamo prodotto una serie di informazioni relative ad un luogo o vogliamo condividere velocemente con i nostri studenti, o per loro i genitori, materiali caricati su internet possiamo fornire il link della pagina web (spesso i link sono lunghi e si rischia di perdere qualche cosa) oppure elaborare il nostro QR Code.  Vi consiglio di farvi un salto qui e non ve ne pentirete. L’anno scorso ho fornito alcuni link ai “miei genitori” e spesso i bambini mi dicevano di non essere riusciti a visualizzare la pagina… proprio perché se i link sono troppo lunghi va a finire che poi ci si perde per strada. Invece con il QR Code Generator possiamo crearci il nostro codice, girarlo via email ai genitori (o caricarlo nel nostro spazio del registro elettronico dove loro hanno accesso), o girarlo via What’sApp al rappresentante di classe, e far arrivare velocemente i nostri contenuti. È ovvio che tutti devono avere sul proprio cellulare un lettore di QR Code. Non lo avete? E cosa state aspettando? È un attimo!

In questo spazio non vi parlerò di Google Blogger e Google Sites (dove potrete costruire semplicemente il vostro Blog o Sito di classe o vostro per caricare materiali e sviluppare percorsi di FlipClass) ma vi segnalo invece Google Classroom, soprattutto se avete studenti già avvezzi all’utilizzo delle tecnologie e con cui avete già iniziato un percorso di didattica rovesciata. È uno strumento base che il docente utilizza con i propri alunni per creare, condividere, assegnare, distribuire, consegnare, raccogliere, valutare, comunicare materiali e contenuti. In un unico ambiente è possibile utilizzare le App di Google e farle diventare funzionali e disponibili alla classe. Unico neo è che per poter utilizzare questo ambiente è necessario acquistare il dominio da parte dell’Istituto ed integrare tutte le applicazioni di Google utilizzate nella didattica. Si hanno a disposizione 1000 account per ogni scuola per studenti e docenti per comunicare, collaborare e studiare in modo conveniente e sicuro.

moduli

Prima di perdermi ulteriormente in altre mille App voglio invece segnalarvi Google Modulie Google Rubric. Se penso alla fatica che ho fatto quest’anno per raccogliere tutti i dati dei sondaggi somministrati ai ragazzi in uscita dalla scuola secondaria di primo grado (come Funzione Strumentale Continuità e Orientamento del mio Istituto Comprensivo ho svolto anche questo compito) mi mangio le mani. Ho raccolto l’eredità della Funzione Strumentale dello scorso anno: somministrare 3 questionari cartacei diversi, ideati negli scorsi anni, a tutte le classi in uscita e tabulare i dati emersi da presentare a fine anno con grafici e tabelle. Un lavoro immane! Ci son stati momenti in cui avrei preferito morire piuttosto che conteggiare quella follia numerica. Poi spunta fuori Google Moduli e mi mangio le mani: questionari online da predisporre in un attimo e con la tabulazione automatica. Cosa serve? Dei pc, una connessione a internet e zac. Mai più questionari cartacei! Quindi se vi capita di voler fare sondaggi veloci, o anche far divertire i vostri bambini in tempo reale con grafici a torte e raccolta dati (io lo farò il prossimo anno con la mia seconda) usate serenamente questa App. Non ve ne pentirete 😉 Se invece avete la necessità, e con il curricolo per competenze son certa che questa incombenza si presenterà e come, di elaborare delle rubric di valutazione per la valutazione delle competenze dei vostri alunni sappiate che esiste una App di Google che vi consentirà di farlo in maniera agevole e veloce. Google Rubric nasce proprio per questo motivo. È utile saperlo, sta a voi poi decidere se utilizzare le rubriche di valutazione (che a mio avviso sono utilissime per valutare esperienze di lavoro di gruppo e compiti di realtà) e elaborarle al meglio senza perdere troppo tempo.

Passo e chiudo ma prima vi ricordo che se navigate spesso sul web e avete spesso delle idee o degli appunti da volervi segnare su quella pagina tanto utile scaricatevi sul pc keepGoogle Keep: è l’applicazione per prendere note e memorizzare appunti!

 

Se vi siete persi la puntata precedente cliccate QUI!

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