Mappe concettuali e Scuola primaria: come introdurle nell’uso quotidiano.

DIGITAL LITERACYLe mappe concettuali (cognitive o mentali) sono diventate, nel tempo, un valido e prezioso strumento di apprendimento per alunni e insegnanti. Io stessa, quando ho bisogno di focalizzare l’attenzione su un argomento e schematizzarlo al meglio per strutturare un percorso didattico, utilizzo le mappe. Prendo carta e matita e la traccio velocemente. Se poi la mappa mi convince, nel senso che risulta essere semplice ma ben strutturata e facilmente leggibile, utilizzo un software per trasformarla digitalizzarla e presentarla alla LIM ai miei alunni o stamparla. Non le uso sempre ma mi son resa conto che prima i bambini imparano da a leggere e poi costruire delle mappe mentali meglio è. Io, da studentessa, ho iniziato a utilizzare schemi e mappe al triennio di specializzazione della scuola secondaria di secondo grado… grazie al mio professore di storia e letteratura: mi si aprì un mondo. Prima di allora riassumevo pagine e pagine, perdendo tempo ed energie, ma quando imparai ad usare le mappe e a capirne il meccanismo fu una vera conquista. Continuai ad usarle all’Università e oggi sono per me ancora preziosissime sia nel mio lavoro ma anche nello studio.

Brevemente. Sappiamo che con il termine mappe cognitive si fa riferimento a più tipologie di mappe (molto diverse tra loro): in modo particolare distinguiamo le mappe mentali (solitamente più semplici) dalle mappe concettuali (più complesse). Comunque sia entrambe consistono in rappresentazioni grafiche che utilizzano strategie logico-visive messe in gioco da alcune regole formalizzate nella composizione al fine di consentire una lettura significativa e soprattutto condivisa.

Il modello logico-visivo delle mappe mentali è un modello a raggiera e si sviluppa a partire da un’idea centrale (posta al centro della mappa) dalla quale si diramano i collegamenti principali (sviluppati da idee chiave). È importante curare l’aspetto grafico (immagini e colori sono fondamentali per fornire dei ganci associativi) e la cura dei contenuti. Esse sono utili nella fase di recupero e di rielaborazione personale ma anche nel momento in cui è importante raccogliere le idee su un argomento. Ottimo strumento compensativo per alunni BES ma valido strumento per l’intera classe. Le mappe concettuali sono invece più strutturate in quanto mettono in gioco, sempre attraverso una rappresentazione grafica, una rete di concetti, eventi e teorie organizzati per legami e nodi cruciali atti a esplicitare le conoscenze su un dato argomento. Essendo una rappresentazione basata sulla logica di un dominio di conoscenza è opportuno che si sviluppi sempre a partire da una domanda focale iniziale. La struttura è più complessa rispetto a quella mentale perché si sviluppa per livelli gerarchici di approfondimento delle relazioni tra i concetti. Tutti i concetti sono inseriti in una forma geometrica rettangolare (con angoli più o meno smussati). Le parole-legame sono scritte direttamente a metà del collegamento tra un concetto e l’altro, senza essere inserite in una forma geometrica. Il colore è molto limitato e univoco, così come l’utilizzo di icone e immagini. Graficamente si utilizzano le linee di collegamento e alcune forme geometriche che contengono i contenuti chiave, colori, riferimenti a contenuti e approfondimenti, ecc. Non esiste un unico modello di riferimento ed è possibile strutturare la propria mappa in modo funzionale alle proprie esigenze. Perché sono utili? Perché possono essere utilizzate per scopi diversi (per strutturare un testo scritto, per verificare le conoscenze, per migliorare il metodo di studio) e sono particolarmente preziose per chi ha disturbi di apprendimento in quanto aiutano a organizzare le conoscenze già possedute e facilitano l’elaborazione, la comprensione e la memorizzazione delle nuove informazioni.

Ma come possiamo introdurre le mappe concettuali nel nostro contesto scolastico? L’attività che vi propongo concerne le modalità di preparazione e di svolgimento, nella scuola primaria, di un percorso di introduzione alla progettazione di mappe concettuali dedicate allo studio della storia. L’obiettivo è quello di favorire un apprendimento attivo da parte dell’allievo seguendo quelle che sono le più recenti strategie per l’apprendimento significativo. Questa attività costituisce un importante momento di un percorso sul metodo di studio che dovrebbe essere affrontato a partire dalla terza classe della scuola primaria. Infatti la notevole quantità di informazioni che i ragazzi devono affrontare nel corso dell’anno costituisce un fattore critico: fin dall’inizio devono essere proposti percorsi di rafforzamento del metodo di studio che consentano all’allievo di familiarizzare anche con un metodo di lavoro nuovo rispetto alle due classi precedenti.

In generale nelle materie di studio (storia, geografia, scienze, ecc.) si deve assolutamente evitare forme di apprendimento meccanico: partendo dalla valorizzazione delle preconoscenze, attraverso la mediazione dell’insegnante anche nella scelta dei materiali, l’allievo deve raggiungere quello che è stato definito “apprendimento significativo” in cui si manifestano le sue scelte, capace di produrre cambiamenti costruttivi nelle reti neuronali (Novak, 2001).

Lo studio della storia quindi deve procedere per problematizzazioni e basarsi sull’analisi dei documenti e delle fonti proposte nel manuale. In particolare gli obiettivi e le competenze della ricerca storiografica e lo studio della storia toccano vari ambiti: le conoscenze di fatti e avvenimenti, l’individuazione di relazioni di causa-effetto tra i fatti stessi, saper creare cronologie e periodizzazioni, saper riconoscere e descrivere un fatto storico, conoscere ed utilizzare termini specifici, costruire e analizzare quadri di riferimento. Nel caso esposto questi obiettivi e competenze sono sperimentate direttamente sul testo di riferimento ma non escludono l’approfondimento su altri libri di testo attraverso attività laboratoriali di condivisione effettuate in classe in concertazione con l’insegnante.  In particolare la fase di recupero delle pre-conoscenze può realmente porsi come primo passo per una didattica che rafforza le abilità metacognitive. Infatti la consapevolezza del passaggio dal primo biennio di scuola primaria al triennio può favorire negli alunni una presa di coscienza rispetto al loro metodo di lavoro e indurli a sperimentare nuovi metodi che favoriscano lo studio e l’apprendimento attivo.

La problematizzazione e la sintesi possono trovare una efficace espressione nelle mappe concettuali. L’allievo è così portato a riflettere, a rielaborare i contenuti proposti nel libro di testo per individuare parole/concetti chiave e relazioni. In particolare negli allievi con difficoltà di apprendimento è necessario rendere meno pesante lo studio per poter affrontare temi e quantità di materiali molto diversi da quelli del percorso precedente. La mappa concettuale può quindi diventare uno strumento importante per poter organizzare le conoscenze intorno a grandi nodi tematici e ai grandi avvenimenti.  In riferimento alla mia esperienza vissuta in una classe seconda di scuola primaria credo che il lavoro da impostare con le mappe concettuali sia realizzabile creando un passaggio tra classe seconda e terza. Inizialmente cercando di focalizzare l’attenzione sul funzionamento vero e proprio delle mappe concettuali (magari in riferimento agli avvenimenti storici relativi alla vita familiare degli allievi affrontati in classe seconda) e poi avviare un percorso più maturo nella classe terza. In modo particolare La storia delle Origini del Mondo e della vita è ricca di contenuti che si adattano ad essere concettualizzati con questo metodo favorendo anche un approccio positivo con il nuovo strumento. Strutturare il sapere storico, ed anche ogni altro sapere, per grandi argomenti e per nodi tematici (religiosi, economici, culturali…), e decodificarli in conoscenze essenziali o sintetiche, ovvero in mappe concettuali consente allo studente di richiamare velocemente ed in modo efficace collegamenti e relazioni, cronologie, nessi logici; cogliere intrecci che intercorrono tra i fatti e gli aspetti oggetto di analisi.

Un possibile percorso predisposto per una classe terza di scuola primaria può prevedere un piano di lavoro costituito dalle seguenti fasi:

– individuazione della tematica o dell’argomento oggetto di concettualizzazione

  • I grandi cambiamenti del Neolitico

– suddivisione dell’area macrotematica in successive microsequenze di significato

  • Dalla pietra scheggiata a quella levigata
  • Invenzione dell’agricoltura
  • Passaggio dalle caverne ai villaggi
  • Allevamento, artigianato e commercio
  • La nascita della scrittura

– individuazione delle parole-chiave e della domanda focale (problema) che sottintende alla rete di concetti di un determinato argomento

  • Pietra Nuova / Clima Mite / Agricoltura / Villaggi / Baratto / Allevamento / Commercio / Artigianato / Registrare Beni / Scrittura
  • Problematizzazione: Da cosa vengono generati tutti questi cambiamenti?

La trasformazione o riduzione di macro argomenti in concetti-chiave rappresenta sia per il docente, sia per gli alunni, un’attività fondamentale nell’ambito di ogni insegnamento ed in particolare in ambito laboratoriale. Il percorso procede secondo una didattica per scoperta in cui gli alunni, attraverso una serie di domande mirate e analizzando anche la situazione storica di partenza (in questo caso il Paleolitico), riescono a comprendere quali necessità hanno spinto l’uomo a modificare il proprio stile di vita e hanno reso possibile il passaggio da una civiltà ad un’altra. Il passaggio alle mappe concettuali sarà fatto in maniera “dolce” predisponendo prima delle semplici mappe o schemi a piccoli blocchi tematici in modo da permettere il bambini di prendere confidenza con il nuovo mezzo; via via la mappa diventerà più ricca sino a diventare un ottimo strumento per raccogliere le informazioni di un quadro storico ben più ampio.

Strumenti utili per la costruzione delle mappe concettuali. Dalla mappa concettuale tracciata sulla tradizionale lavagna in ardesia (difficilmente esportabile e con vita breve che costringe noi insegnanti a far ricopiare sul quaderno la mappa… creando non pochi disagi non solo ai bambini disgrafici ma anche a quelli poco avvezzi all’uso della grafica e rendendo inutile il lavoro) consiglierei di utilizzare il software LIM a nostra disposizione: possibilità di usare forme grafiche, linee e nodi, spessori, caratteri e colori differente, possibilità di introdurre link a contenuti ipertestuali, esportazione del file e/o stampa da condividere con gli alunni e i genitori. Se invece vi occorre un software che vi faciliti il compito e trasformi, ad esempio, un elenco puntato (precedentemente predisposto per un argomento) o vi fornisca la struttura per articolare la vostra mappa, potete usare Coogle. Per approfondimenti ho già scritto QUI in merito a questo strumento.

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