#CLASSEPRIMA EDUCAZIONE FISICA (1). Socializzare e stimolare la fiducia nell’altro.

Il momento dell’andata in palestra è molto atteso. Anche se andiamo spesso in cortile per sgranchirci le gambe e allenarci un po’ con i primi schemi motori che ci consentono di prendere confidenza con il nostro corpo rendendoci sempre più consapevoli ogni giorno che passa, l’andare insieme in un luogo diverso, come la palestra, ci rende sempre un po’ eccitati. In questo periodo abbiamo fatto insieme qualche gioco e noi insegnanti abbiamo osservato i bambini all’opera: come camminano, come corrono, come interagiscono con gli altri. Quando facciamo le nostre passeggiate in giardino da cinque minuti (per respirare all’aria aperta ogni ora) ci disponiamo in fila, ben distanziati e proviamo insieme a seguire un ritmo di movimento. Io mi metto capofila e inizio a zizzagare qua e là per vedere se riescono a tenere il passo e seguire il comando. Poi inizio a sollevare le braccia, a farle andare su e giù a mo’ di aeroplano, a camminare sulle punte oppure a simulare il passo del pinguino. Cinque minuti che servono a riposare un po’ la mente, a distendere la tensione, a cambiare aria e anche a sorridere insieme. Da queste brevi passeggiate ricreative riesco a capire tante cose.

Altro momento di osservazione chiave è la ricreazione in giardino: come interagiscono tra loro, che giochi prediligono (stanno fermi, corrono, cercano giochi “fisici” coi compagni, preferiscono star seduti a chiacchierare…) e come riescono a gestire il loro corpo anche in relazione agli altri (si scontrano con altri compagni, hanno paura del contatto, scappano, cercano di rincorrere, cadono e mostrano insicurezze…). Un punto fermo fondamentale è la socializzazione. Molti di loro sono amici ma tanti altri hanno bisogno di stabilire rapporti, studiare i compagni e capire come relazionarsi con loro. I nomi rappresentano ancora una barriera: li conosciamo già tutti?

Proprio per questi motivi è necessario organizzare, nelle prime settimane, delle attività che hanno lo scopo di approfondire la conoscenza dei compagni (tra chi ancora non si conosce) e, allo stesso tempo, migliorare una serie di rapporti già esistenti o che si stanno sviluppando. Il clima favorevole del gruppo classe è sicuramente una buona base per poter lavorare serenamente e in maniera proficua. C’è da tener comunque conto che nei bambini più piccoli non esiste ancora l’idea di gruppo di appartenenza come avviene nell’adolescenza. Solitamente si tende a prediligere piccoli gruppi di gioco che cambiano in continuazione, nascono le prime simpatie e si tende ad avere relazioni con uno o due soggetti alla volta. Il gruppo classe, con identità e desiderio di condividere insieme esperienze, si formerà nel tempo e con dinamiche non sempre prevedibili. Noi insegnanti, in questa delicata fase, dobbiamo far sì che si crei un clima collaborativo e sereno che non escluda nessuno e favorisca equilibri basati sull’essere insieme a scuola. Ricordiamo sempre che la classe è una piccola comunità e come tale deve sempre procedere unita anche nelle difficoltà e soprattutto tenendo conto di ogni elemento del gruppo. Insomma, dobbiamo far sì che la diversità e il rispetto di tutti siano la chiave di volta per vivere al meglio il percorso che stiamo iniziando ad intraprendere.

La conoscenza passa per il nome. Un gioco da fare con semplicità e da proporre come “riscaldamento” in palestra è il gioco dei nomi. Utilizziamo un pallone in gomma (facilmente igienizzabile) e facciamo igienizzare le mani anche ai bambini. Disponiamoci in cerchio e facciamo un gioco di passaggi per iniziare a memorizzare. Quando un bambino riceve il pallone deve dire a voce alta il proprio nome e poi passa velocemente la palla al compagno. Se il pallone cade allora chi l’ha fatto cadere dovrà lanciare la palla al compagno davanti a sé pronunciando il nome del compagno a cui è destinata e senza sbagliare. Se sbaglia esce dal gioco per un turno. In una seconda fase del gioco tutti devono dire il nome del compagno a cui si lancia la palla e chi sbaglia esce dal gioco. Chi vincerà?

Per creare legami “metaforici” giochiamo alla catena. Tutti tenuti per mano seguono me in testa della catena umana. Mentre si cammina provo a infilarmi sotto un compagno della catena dicendo il nome a voce alta e gli altri seguono facendo attenzione a non sciogliere mai le mani sino a srotolare la fila. Si prosegue così con ognuno di loro che deve fare il capofila infilandosi sotto il compagno nominato dalla maestra. Vince chi riesce a tenere ben salda la catena e ricorda il nome menzionato dalla maestra.

Dopo questa prima fase di riscaldamento predisponiamo un classico percorso ginnico con cerchi, clavette, appoggi vari. Ne preparo due identici e divido la classe in due gruppi che si sfideranno tra di loro. Ma prima mostro come eseguire il percorso e chiedo ad ognuno di loro di procedere. Una volta metabolizzata l’esecuzione corretta, iniziamo la gara vera e propria con l’aiuto di un testimone. Al mio via i capi-fila iniziano a correre e prendono alla fine del percorso un oggetto posizionato nel cerchio finale. Correndo vanno con l’oggetto in mano dal compagno che segue e consegnano l’oggetto. Il compagno dovrà compiere il percorso, depositarlo nel cerchio e andare dal prossimo compagno che attende in fila il suo arrivo. Parte il compagno e il percorso prosegue sino a quanto tutti hanno compito il percorso.

Il gioco finale è un gioco in libertà: al mio via tutti devono correre liberamente nello spazio senza mai scontrarsi con nessuno. Se inavvertitamente si tocca un compagno… ci si deve bloccare all’istante. Sarà uno degli altri compagni in movimento che potrà liberare chi è fermo passando sotto le sue gambe e consentendogli di riprendere la corsa.

Un altro percorso legato alla conoscenza del gruppo ma anche atto a stimolare la conoscenza di sé dal punto di vista fisico (in questo periodo si lavorerà anche con lo schema corporeo e i primi schemi motori semplici) è quello legato allo specchio. Prima sfruttiamo lo specchio della palestra e osserviamo il nostro corpo riflesso muovendo gambe, braccia, mani, piedi, busto e testa a comando. Proviamo individualmente e poi in coppia. Poi prendiamo i tappetini e posizioniamo ogni alunno di fronte ad un altro per potersi osservare mentre compiono i movimenti richiesti. Seduti a terra, gambe incrociate, tiriamo su le braccia, poi le portiamo davanti, poi solo un braccio e poi l’altro. Facciamo l’elicottero (circonduzione delle braccia all’indietro e poi in avanti) e l’aliante (inclinazione del busto a destra e a sinistra); facciamo la farfallina e infine la bicicletta. Proviamo alcuni esercizi anche in piedi. Ognuno dovrà osservare il proprio compagno mentre compie il movimento richiesto a mo’ di specchio. Uniamo tutti i tappetini formando una corsia e chiediamo di formare una fila che percorre la corsia tenendo bene le distanze e procedendo in quadrupedia (il gatto). Proviamo a ripetere lo stesso esercizio a coppie legati per le caviglie e infine in gruppo. Il gioco finale è il classico gioco delle casette: disponiamo i cerchi sparsi in tutto lo spazio gioco, accediamo la musica e via. Si corre fuori dai cerchi e allo stop della musica (o del ritmo del tamburello) i bambini dovranno entrare in coppia dentro il cerchio. Via via togliamo un cerchio sino a decretare i vincitori.

Nelle lezioni seguenti ci si concentrerà sullo schema corporeo e la conoscenza di sé anche a partire dalla storia di Achille il puntino. 

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