#CLASSEPRIMA EDUCAZIONE FISICA (2). Sviluppare la capacità senso-percettiva con un pizzico di matematica e scienze

Premessa. Il nostro percorso di educazione fisica prosegue all’insegna della scoperta e cavalcando l’onda delle nuove consapevolezze acquisite in matematica e scienze. In questo periodo si lavora con gli insiemi e i cinque sensi intrecciando tra loro una serie di competenze e abilità che ben si sposano anche con l’educazione fisica. Qualsiasi metodo educativo, per essere autentico e pregnante, deve infatti seguire un filo conduttore che tenga conto dei saperi e delle abilità trasversali rivolgendosi sempre e comunque all’affettività, alla cognitività, alla socialità e alla corporeità. Soprattutto alla scuola dell’infanzia e alla primaria. Tra i sei e gli otto anni gli obiettivi da raggiungere sono infatti simili a quelli perseguiti nella scuola dell’infanzia anche se poi, nei contenuti, sono dominanti le unità di apprendimento che seguono in maniera più dettagliata una serie di percorsi scanditi da abilità e competenze mirate agli obiettivi fissati. L’educazione fisica alla primaria, infatti, prosegue naturalmente cioè che si è iniziato alla scuola dell’infanzia (in chiave ludica e con un occhio di riguardo alla socialità e all’affettività) ma sviluppando percorsi ricchi di attività intenzionali, ben programmati, basati su giochi di movimento, destrezza, espressività. Da non trascurare, poi, l’aspetto legato alla spontaneità, alla scoperta di sé e alla consapevolezza corporea anche nell’utilizzo del proprio corpo per raggiungere degli obiettivi psico-motori. Tutti i nostri percorsi dovrebbero far sì che i bambini acquisiscano quella certa autonomia basata sulla presa di coscienza di sé a partire dal proprio corpo sino all’idea di identità personale ossia la capacità, e la libertà, di sentirsi se stessi nel mondo a proprio agio. Un obiettivo sicuramente complesso che viene perseguito non solo dall’educazione fisica ma da tutte le discipline e non solo. È proprio il fare scuola educando, in concertazione con l’agenzia educativa per eccellenza quale è la famiglia,  che dovrebbe consentire ai bambini il raggiungimento di questi fondamentali obiettivi.

Il percorso che stiamo iniziando in questo periodo, come vi accennavo, terrà quindi conto di questi aspetti appena enunciati ma anche degli obiettivi fissati sia in matematica che in scienze. Perché? In matematica, in questo periodo, abbiamo lavorato sulle prime classificazioni e discriminazioni (inserire elementi in categorie in base a caratteristiche osservate) mentre in scienze stiamo imparando ad osservare la realtà utilizzando i cinque sensi e quindi operando, ugualmente, delle classificazioni attraverso la vista, l’olfatto, l’udito… Le nostre capacità senso-percettive (che fanno proprio parte di quanto il nostro corpo ci consente di fare) sono legate ad attività in cui i nostri analizzatori sensoriali (occhi, naso, orecchie…) ci consentono di discriminare, identificare, ricordare e far tesoro di una serie di informazioni che sono visive, uditive, tattili, olfattive, labirintiche e cinestesiche. La percezione avviene grazie ad un sistema complesso di passaggi che consente al nostro corpo di acquisire una serie di informazioni. Abbiamo un sistema complesso che consente al nostro cervello di acquisirle, raccoglierle, rielaborarle e infine trasmetterle sotto forma di percezione. I nostri analizzatori sensoriali partono ovviamente anche dal movimento e su questo aspetto ci dobbiamo quindi concentrare.

Analizzatori sensoriali per il movimento

La coordinazione motoria e l’acquisizione delle abilità motorie contente quindi l’esplorazione e l’acquisizione di consapevolezza del sé corporeo  che passano anche attraverso i rapporti temporali e spaziali, oltre a quelli senso-percettivi. Ecco, in questo periodo ci concentreremo soprattutto sulle abilità senso-percettive. Conoscere le caratteristiche ma anche le potenzialità delle proprie capacità senso-percettive consente al bambino di mettere immediatamente in relazione il proprio corpo con l’ambiente circostante. In questi due anni si svilupperà la capacità di elaborare sia gli stimoli esterocettivi (dalla realtà esterna al corpo) che quelli interocettivi (le sensazioni che provengono dall’interno). I giochi per lo sviluppo di queste capacità devono quindi fornire degli stimoli ai propri canali percettivi (visivo, visivo, cinestesico) in modo da attivare il primo atto di relazione con l’ambiente in maniera consapevole.

Per stimolare la CAPACITÀ DI DISCRIMINAZIONE VISIVA, L’ACUTEZZA E LA MEMORIA, ad esempio, possiamo proporre il “Gioco della statua vivente”. Chiedere ai bambini di osservare un compagno situato di fronte a loro in una determinata posizione. Far chiudere gli occhi, chiedere al compagno di cambiare posizione, e poi far elencare ad alcuni bambini i cambiamenti avvenuti. Un gioco interessante, che riprende un po’ le attività con gli insiemi in matematica, è quello di far sistemare i bambini in gruppi riuniti per caratteristiche comuni e chiedere a chi (prima di iniziare il gioco) era stato scelto come osservatore esterno. Ad esempio, potrebbe esserci un gruppo formato dalle bambine con i capelli legati, un gruppo delle bambine coi capelli sciolti, un gruppo coi bambini e le bambine con le scarpe a strappo… ecc. L’osservatore dovrà trovare “Il nome da assegnare all’insieme” (come fatto in aula) nel minor tempo possibile. Possiamo mettere ad esempio i gruppi in cerchi che ricordano proprio i diagrammi di Eulero-Venn, consegnare a ciascun gruppo un pallone che dovrà, al nostro via, iniziare a passare di mano in mano. Ad ogni giro compiuto l’osservatore perde un punto se non ha ancora riconosciuto la caratteristica comune.

Altra proposta divertente è quella del gioco “Cosa manca?”. Ci servono cerchi, clavette, bacchette, palloni e piccoli attrezzi da palestra che solitamente si trovano nelle nostre scuole. Nel primo gioco predisponiamo un classico percorso ginnico e lo facciamo eseguire a tutti. Poi facciamo chiudere gli occhi (o forse è meglio farli voltare) ed eliminiamo un attrezzo. Vince chi per primo scopre cosa è sparito. Possiamo fare diverse varianti: spostare attrezzi o aggiungerne di nuovi. Una variante può essere quella di mettere all’interno di alcuni cerchi di colore diverso gli attrezzi ordinati per categorie: funzione, colore, dimensione, tipologia. Far osservare con attenzione, chiedere di chiudere gli occhi, modificare qualcosa e poi indovinare cosa è cambiato (spostato, eliminato o aggiunto).

Dov’è finito?” Sistemiamo i bambini in fila con lo sguardo rivolto verso la parete; sistemiamo tante attrezzature diverse in tutto il campo da gioco in maniera sparpagliata; chiediamo ai bambini di voltarsi e camminare per tutto lo spazio della palestra osservando bene gli oggetti senza toccarli in alcun modo; facciamoli ritornare alla posizione di partenza; spostiamo o modifichiamo qualcosa; chiediamo ai bambini di indovinare cosa è cambiato andando ad osservare lo spazio da vicino. Questo gioco può essere proposto in coppia o a piccoli gruppi da 4-5 bambini. Vince il gruppo che indovina più volte.

Ecco un altro gioco divertente è quello del “Disordine”. Formiamo due squadre e a ciascuna assegniamo un compito ben preciso: una dovrà mettere in ordine e l’altra in disordine. La squadra dell’ordine sistema le attrezzature in un ordine preciso (possono magari inventare un percorso ginnico) e al termine del lavoro dovrà girarsi di spalle senza guardare la squadra del disordine che entra in campo e scompiglia tutto (senza però non far mai sparire niente). A questo punto la squadra del disordine ha un minuto di tempo per rimettere tutto esattamente a posto! Consiglio di fare fotografia al percorso per evitare confusione e dubbi. Al termine facciamo eseguire velocemente il percorso e invertiamo i ruoli. Possiamo domandare alla ex-squadra dell’ordine, che è diventata disordine, di scompigliare tutto e alla nuova squadra dell’ordine di riordinare oppure proporre il gioco da capo invertendo i ruoli.

Concludiamo il percorso sull’attenzione visiva con un gioco classico: “Strega comanda colore”. I bambini ci avranno giocato molte volte ma per rendere il gioco più stimolante utilizziamo le attrezzature della palestra disposte un po’ ovunque. Chi viene nominato per primo dovrà scegliere un colore e dire “Strega comanda colore… blu”. A questo punto tutti vanno alla ricerca di un oggetto di colore blu e chi per primo lo porta alla strega prende il suo posto. E il gioco continua sino a quando ne abbiamo voglia!

Ecco invece una serie di giochi per STIMOLARE IL SENSO DELL’UDITO, L’ACUTEZZA E LA MEMORIA UDITIVA. Quante volte ci lamentiamo perché in classe i nostri alunni non ascoltano le consegne, fanno le stesse domande poste dai compagni, non prestano attenzione a quanto si dice chiedendo di ripetere continuamente le stesse informazioni? Uno dei problemi più preoccupanti, in questi ultimi anni, è che i bambini non ascoltano o se lo fanno… non lo fanno con attenzione. È come se la capacità di concentrazione uditiva stia perdendo forza e questo diventa un bel grande problema. Si parla di ascolto selettivo ma non solo. Il sentire è diverso dall’ascoltare. Quindi è necessario affinare il senso dell’udito per arrivare ad una competenza fondamentale: saper ascoltare. Perché è con l’ascolto che noi rielaboriamo le informazioni e le facciamo nostre e, che ci piaccia o no, è anche dall’ascolto ragionato che passa il sapere, il conoscere e l’apprendere.

Come il percorso sulla vista (a cui collegherò il laboratorio di scienze sulla vista) sviluppiamo trasversalmente anche quello dell’udito. Il percorso di scienze ci aiuterà anche in questo senso grazie alla costruzione di strumenti per stimolare l’ascolto (pubblicherò in un altro post il laboratorio ad hoc) e la percezione uditiva ma utilizzerò anche qualche app di raccolta e discriminazione dei suoni classificati per categorie (versi di animali, rumori casalinghi, suoni di strumenti, rumori fastidiosi, rumori della natura o artificiali, ecc) anche grazie al richiamo della matematica con gli insiemi. In palestra affineremo il tutto con i giochi in movimento. Il primo, molto semplice, è “Il gioco della pioggia” in cui i bambini, in palestra, dovranno disporsi seduti in cerchio in attesa delle mie indicazioni. Dal centro del cerchio detto a voce bassa ciò che dovranno fare: “Dobbiamo riprodurre con le mani il rumore della pioggia che cade tenendo conto che all’inizio si tratta di pioggerella. Quando dirò 1 dovrete battere il dito indice sul palmo della mano. Quando dirò due dovrete battere il dito medio insieme al dito indice, sempre sul palmo della mano. Quando dirò 3 significherà “temporale” e a quel punto dovrete battere le mani. Quando dirò 0 significherà che il sole ha iniziato a splendere e quindi dovrete cessare qualsiasi movimento”. Propongo, inizialmente, lo schema 1-2-3-2-1-0 in modo da far memorizzare l’associazione numero udito a rumore richiesto (e verificare anche che nessuno abbia dubbi su indice e medio) ma poi mi diverto a variare improvvisando (cosa che i bambini solitamente apprezzano di più e che porta sempre ad una richiesta: “Maestra, chi sbaglia esce dal gioco?”). Possiamo variare il gioco anche facendolo solo coi piedi oppure mettendo piedi e mani insieme, oppure alternando piedi e mani. Ad esempio… le mani per la pioggia e i piedi per i tuoni. Altra variante può essere quella di creare due gruppi con suoni diversi (uno pioggia e l’altro tuoni) oppure con intensità diverse. E perché non trovare altre soluzioni per aggiungere il vento? Si accettano proposte!

Altra attività, un classico che uso sempre a prescindere, è il “Riscaldamento ritmato”. Si procede in una fila distanziata lungo la linea di confine del campo da gioco seguendo un ritmo preciso che eseguo con il tamburello o coi legnetti. A battuta lenta corrisponde camminata lenta (che può variare con richiesta “grandi passi”, “piccoli passi”); a battuta più veloce corrisponde camminata veloce; battuta velocissima corrisponde alla corsa. Le eseguo in questo ordine ma anche in ordine diverso. Oppure, ad una battuta corrisponde l’inizio dell’esecuzione di uno schema motorio semplice (ad esempio camminata lenta), a due battute corrisponde l’inizio dell’esecuzione di uno schema motorio diversificato (saltelli a piedi uniti, o camminata sulle punte, ecc), a tre battute si inizia a correre, a due battute eseguite velocemente (tà-tà) ci si ferma (oppure si cambia senso di marcia). Chi sbaglia esce dal giro? Lo decidiamo insieme.

Gioco “Indovina chi è?”. Un bambino dovrà ascoltare ciascun compagno dire una frase (che può essere un pezzetto di filastrocca o una regola della classe, ecc) ascoltando bene la voce di ciascuno provando a memorizzare. Si sistema poi girato di spalle, o dietro un paravento sarebbe meglio, e aspetta. Un compagno a caso si alza e dice la fatidica frase “Con sta pioggia e con sto vento… chi è che bussa a sto convento?” (ehehee vi ricordate questa frase?) magari bussando anche da qualche parte… e chi è di spalle deve dire il nome di chi ha pronunciato la frase. Se indovina può cambiare ruolo, dire la frase a voce alta per far memorizzare la sua voce a tutti e il compagno che è stato smascherato prende il suo posto. Dopo aver fatto un giro di voci possiamo variare il gioco chiedendo a ciascuno di camuffare la voce e vedere cosa succede.

Avete mai giocato a La mia guida sei tu?” Formiamo 4 coppie; ad ogni coppia assegniamo un colore e consegniamo a ciascuno un cerchio del colore assegnato; ogni coppia sistema il proprio cerchio ai lati opposti del campo da gioco in modo che siano ben distanziati da quelli degli avversari; ognuno si mette dentro il proprio cerchio ma uno dei due dovrà essere bendato; abbiamo quindi il gruppo dei 4 bendati e quello delle guide a occhi scoperti; sposto l’ordine dei cerchi colorati delle guide in modo che chi ha gli occhi bendati non abbia riferimenti visivi… infatti dovrà essere condotto dalla voce della propria guida all’interno del cerchio che si trova alla parte opposta del suo; al via la guida dovrà infatti andare verso il compagno bendato e, senza toccarlo ma utilizzando solo la sua voce, dovrà guidarlo verso il suo cerchio facendo attenzione che vi arrivi sano e salvo; vince la coppia che riesce per prima a raggiungere il traguardo all’interno del cerchio. Chi vince rimane in gioco e forma le successive 3 coppie di ricambio.

Durante l’anno proporrò un percorso mirato su movimento e musica che svilupperà ulteriormente le capacità acquisite. Questi giochi verranno comunque proposti durante tutto l’arco dell’anno come inizio o fine attività o nei momenti di defaticamento.

Per concludere. Un gioco finale che riassuma capacità visive e uditive? Ma “Il gioco dei cerchi”! Disponiamo tanti cerchi di colore diverso sul campo da gioco, al via chiediamo ai bambini di correre o camminare velocemente fuori dai cerchi occupando tutto lo spazio della palestra e accendiamo la musica. Quando la musica si blocca diciamo a voce alta un colore e tutti dovranno cercare di entrare in un cerchio di quel colore. Chi resta fuori è eliminato dal gioco. Le varianti? In coppia, togliendo via via i cerchi, assegnando colori per gruppo e chi più ne ha più ne metta.

Le attività di educazione fisica proseguiranno prossimamente con un nucleo tematico per sviluppare la capacità propriocettiva. Alla prossima!

 

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Un post condiviso da Michela Secchi (@lafinestrasullalbero.it)

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