Matematicando in classe quinta (1). La metafora del castello.

Il mese di settembre, come di consueto, è sempre stato dedicato all’accertamento delle conoscenze pregresse e alla ripresa delle attività a partire da quanto affrontato nella classe precedente. Quest’anno però iniziamo con un’esperienza alle spalle assai diversa. Anche se nella mia classe tutti hanno seguito quotidianamente la mia lezione online di un’ora durante il periodo della didattica a distanza e le verifiche di fine anno, sebbene somministrate in modalità decisamente diversa rispetto alla consuetudine della vita di classe, siano andate abbastanza bene, riprendere da dove eravamo rimasti non sarà di certo la stessa cosa. Sarà necessario sondare ancora di più se effettivamente la didattica a distanza ha prodotto apprendimento vero oppure ha lasciato un alone di incertezza e inadeguatezza nell’affrontare la quinta classe. Prima di fasciarmi la testa senza essermela ancora rotta però, credo che sia importante riprendere la vita di classe senza esaltare troppo la situazione di straordinarietà che stiamo vivendo da mesi ma piuttosto cercare di ricreare, quanto più efficacemente possibile, la normalità. Credo che sia importante ripartire proprio dal dialogo e dal confronto per valutare insieme difficoltà e perplessità e mai come in questo nostro ultimo anno scolastico impareremo a farlo passo dopo passo. Su questo sono sempre stata molto chiara con i miei alunni e le mie alunne: valutare il vostro operato è necessario soprattutto a voi.  Io, allo stesso tempo, partendo da questo posso progettare i prossimi passi senza lasciare nessuno indietro. In autovalutazione cercheremo di riprendere quanto affrontato negli ultimi mesi della quarta per costruire insieme i primi mesi di scuola.

Quando eravamo in prima raccontai alla mia classe che da quel momento stavamo iniziando a costruire insieme un grande castello. Ogni nuova scoperta, ogni cosa imparata rappresentava un mattone del castello. Il nostro intento è stato allora quello di costruire fondamenta forti, con mattoni ben sistemati e su cui ergere le mura e le torri per guardare lontano. In prima e seconda abbiamo costruito le fondamenta ma quando in terza qualcuno mi chiese se fossimo arrivati a buon punto della costruzione io risposi che eravamo ancora alla fase del rinforzo. In quinta il nostro castello dovrebbe poter contare su basi solide (se abbiamo lavorato bene) e forse anche su un ampie e spaziose mura, con facciata fortificata dalla quale poter ammirare un po’ di panorama. Il nostro castello matematico continuerà a crescere ma starà a noi decidere come costruirlo… certo è che non vorremmo doverlo vedere crollare. Ecco, forse negli ultimi mesi dello scorso anno qualche mattoncino è stato posizionato malamente o in maniera frettolosa e non precisa: questo è il momento per fare i lavori di manutenzione e salvare il salvabile. I bambini tendono all’ansia del “e adesso come farò?”. Ma non c’è pericolo: in quinta ripercorreremo i passi intrapresi in quarta ma con un occhio di riguardo in più. Se riusciremo a lavorare con impegno e costanza il nostro castello diventerà indistruttibile perché, si sa, la scuola primaria ha un ruolo importante nella costruzione di ciò che sarà in futuro.

La “fase della manutenzione” sarà all’insegna della metafora dei CANTIERI APERTI. Il primo sopralluogo consisterà in una serie di attività basate sul confronto e l’osservazione di quanto appreso insieme su quantificatori logici (sempre utile per capire se si è in grado di attribuire valore corretto agli enunciati, ad esempio), grandi numeri entro le centinaia di migliaia, frazioni (rappresentazione, lettura e scrittura di grandezze ma anche ripasso delle frazioni complementari), numeri decimali e calcoli con le quattro operazioni, classificazione degli angoli con un occhio di riguardo per triangoli e quadrilateri. A queste attività iniziali seguirà poi una vera e propria stima del lavoro da impostare per attivare il cantiere: una verifica in ingresso “condivisa”. Cosa significa? Significa che verrà fatta insieme, pur se individualmente, passo dopo passo, per consentire a tutti di comprendere le proprie difficoltà condividendole e metabolizzandole con quelle degli altri. Questo consentirà ad ognuno di loro di sentirsi meno diverso dagli altri (perché nel gruppo c’è sempre qualcuno con cui condividere difficoltà e incertezze) e spingerli a comprendere dove agire: quale mattoncino ho messo male? Posso risistemarlo? Come?

Con il mio aiuto, ma anche con quello dell’intera classe, si deciderà quindi di capire dove iniziare la “ristrutturazione per la messa in sicurezza del castello”: quali sono gli argomenti che creano dubbi e incertezze? Quanto tempo ed energie ci vogliamo dedicare? Come possiamo rinforzare queste mura/apprendimenti?

Per tenere memoria delle nostre consapevolezze, ma anche per non perdere di vista l’obiettivo della “costruzione del castello”, ho deciso di usare un’immagine che riproduce un castello strutturato per “comparti scolastici”. La base rappresenta la scuola primaria, le due torri subito sopra la scuola secondaria di primo grado, quelle subito dietro la scuola secondaria di secondo grado e la torre centrale l’istruzione universitaria. A noi toccherà concentrarci sulla base del castello colorando mattoncino per mattoncino in base a quanto emerso con le prove/verifiche/esercizi di inizio anno. Quindi utilizzeremo una piccola leggenda colorando le varie aree (numeri, misure, spazio & figure, dati, situazioni problematiche) di tonalità di grigio differenti: grigio scuro per ogni mattone che rappresenta una competenza ben appresa: grigio chiaro per una competenza appresa ma da rinforzare; bianco per una competenza non appresa o che crea ancora molte difficoltà. Le torri sopra dovranno essere lasciate in bianco oppure, se si vuole, colorarle in maniera diversa in base alle aspettative per il futuro (come mostrato da esempio in figura). A fine anno andremo a controllare il nostro castello e faremo un resoconto per verificare se i mattoni sono diventati tutti grigio scuro. Questa attività può essere fatta individualmente da ciascun alunno per il proprio operato ma può essere proposta anche come resoconto complessivo della classe stilando una sorta di istogramma per raccogliere i dati e poi, in base a ciò che emerge dai dati medi della classe, colorare i mattoni secondo le indicazioni fornite. L’impostazione del lavoro sul quaderno potrebbe essere questa:

Io farò disegnare il castello direttamente sul quaderno (ma se vi occorre sotto caricherò il link al file in pdf da scaricare), come potete osservare in figura, facendo seguire le indicazioni dei quadretti da contare. La base del castello – che rappresenta la scuola primaria – è suddivisa nelle aree di competenza (situazioni problematiche, spazio e figure, numeri e calcoli, misure, dati) che sonderemo nel primo periodo. I mattoncini andranno colorati in base alle indicazioni una volta emersi i dubbi, le incertezze o la consapevolezza di aver appreso quel particolare argomento o competenza. La parte superiore del foglio, in cui compaiono le torri, rappresenta il futuro. Saranno loro a decidere se e come colorare le torri che sognano di elevare.  Questa attività potrà essere riproposta a fine anno come resoconto del lavoro svolto  ma anche come augurio per il futuro scolastico che attende loro 🙂

In questo LINK trovate il file in PDF del castello da incollare sul quaderno. Il castello può essere utilizzato anche per altre discipline ma anche per fare un resoconto delle materie principali tutte insieme. Che dite?

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