#iosperiamochemelacavo. La maestra alle prese con… l’apparato riproduttivo in quinta!

È quasi arrivato il momento più temuto da noi insegnanti di quinta elementare che insegniamo scienze. Molti colleghi evitano a priori (il programma è vasto… alla fine non si può mica fare tutto!), altri chiedono il permesso ai genitori (!), qualcuno introduce fermandosi all’aperitivo e sollevando curiosità e dubbi che resteranno tali (ma com’era quella storia di cavoli e cicogne?) e io? Io speriamo che me la cavo! Eh sì, perché quest’anno siamo in quinta e tra gli argomenti del corpo umano, ovvio, spunta fuori l’apparato riproduttivo.    Ebbene sì, mi tocca spiegare la RI-PRO-DU-ZIO-NE.

Focus. Che ve lo dico a fare… quando ho spiegato gli altri apparati e sistemi del corpo umano le domande che mi hanno posto sono state così complesse che per rispondere in maniera adeguata e corretta avrei dovuto possedere una laurea in medicina filosofica (che qualcuno la inventi perché serve!). Mi sono dovuta calare nel ruolo di maestra-sciamano per passare a quello di neurologa, sorvolando su quello di ortopedica e approfondendo quello di scienziata medico-tuttologa. Insomma: ogni argomento, come è giusto che sia, ha portato con sé tante curiosità e dubbi tipici dei bambini (e non solo, la differenza è che noi adulti abbiamo il pudore di non chiedere!). E siccome in questi anni lo studio delle scienze (accidenti a me!) è stato improntato sui processi maieutici, sulle discussioni e sull’osservazione attenta della realtà circostante, questi sono i risultati. Introdurre e spiegare un argomento in un’unica lezione è praticamente impossibile perché dopo i primi dieci minuti di spiegazione (che in realtà è uno stimolo ad incuriosire ed attirare l’attenzione sull’argomento – me le vado a cercare… lo so!) piovono domande da ogni dove. E con ogni dove intendo dire che mi capita di essere fermata in corridoio per un “Maestra, ieri ti dovevo chiedere questa cosa di scienze ma non c’è stato il tempo… mi puoi dare una risposta ADESSO!” Metteteci pure che ho alunni iper-specializzati su determinati argomenti e capite bene come le domande possono anche diventare tecniche o di difficile risposta. Diciamo che con il tempo si impara a diventare anche abili nello “sguisciare” fuori da situazioni spinose. Frasi tipiche: “La maestra non è un medico! – Cari miei, non ho mica studiato medicina! – Bella domanda, proviamo insieme a trovare una risposta ragionando in base a quanto studiato precedentemente – Questa domanda è molto tecnica e io sono solo una povera maestra che ha studiato biologia, chimica e scienze alle superiori approfondendo da un punto di vista didattico all’università quindi non ho una laurea specifica in questo settore ma provando a ragionare secondo deduzioni logiche credo che potrebbe essere che… (e dopo questo pistolotto li ho colpiti e affondati!) – Per questa risposta vi rimando alla prossima puntata! – Bella domanda, sarebbe interessante farci un’approfondita ricerca…”. Ma per farvi capire che tipo di domande mi vengono rivolte dovrei proporvi degli esempi concreti che avrei dovuto appuntarmi via via perché anche molto esilaranti. Purtroppo, come per le barzellette e i colmi, ho una straordinaria capacità di rimozione e quindi, nel dettaglio, non posso raccontarvi niente (anche per tutelare la privacy dei miei studenti eheheh) ma immaginate domande tipo: “Ma perché quando vado a dormire e spengo la luce, chiudendo gli occhi inizio a vedere forme strane che mi sembrano facce che poi scompaiono e poi vedo tutto giallo? – Maestra, mi sai dire quando mi passerà questo dolore al dito… guarda qui… in questo dito che mi fa male ma non so se sia una pellicina oppure è l’osso che me lo sento tipo rovente? – Perché quando ci mettiamo a testa in giù il sangue va al cervello e si muore? – Non ho ancora capito chi glielo dice alle gambe di muoversi proprio quando voglio io e invece il cuore va per conto suo… Certo ho studiato ma a pensarci bene è proprio strana sta cosa!!!” E sto trascurando le domande filosofiche e quello filo-religiose come quelle estremamente tecniche. “Cari bambini – faccio lapidaria – alla scuola primaria introduciamo gli argomenti e cerchiamo di capire nell’insieme come funziona il nostro corpo e la realtà che ci circonda, impariamo a farci le domande e proviamo a trovare risposte ma questi argomenti, lo vedrete, li approfondirete bene alle scuole medie dove troverete insegnanti in grado di rispondere a tutte le vostre domande! “ Come genio del male non sono mica male! Se siete insegnanti sono certa che anche voi avete collezionato una nutrita lista di domande comiche, interessanti, assurde, impossibili e classicissime! Badate bene, spuntano fuori non solo con il corpo umano.

Plettri risucchiati da un buco nero.

Abbiamo appena iniziato universo e compagnia cantante e mi sento già come il braccio destro di Margherita Huck: pretendono informazioni di cose che NON SONO STATE ANCORA SCOPERTE oppure “Maestra, ma la faremo UNA LEZIONE SUI BUCHI NERI?”- “Ma quali? Quelli dove vanno a finire tutti i plettri persi dall’umanità intera? Quell’argomento è in download… ci stanno ancora lavorando e periodicamente cambiano idea. Quindi NO”. Per la cronaca (e gli aggiornamenti che inserirò nel sito su scienze) per sviluppare al meglio universo, Terra, Sole e Luna dedicheremo diverse settimane inclusa anche la famosa settimana della scienza che predispongo ogni anno.

L’attesa e le aspettative. Ma magari a loro l’argomento non interessa poi tanto e forse lo vorrebbero addirittura evitare. Non credo proprio! Quando, dopo aver concluso l’apparato escretore, ho detto loro che saremo passati all’Universo subito qualcuno ha chiesto a gran voce: “E l’apparato riproduttore? Non lo facciamo?” – “Certo che lo faremo!” – “E quando allora???” – “E mica vi sfugge niente! Lo faremo a fine anno perché vorrei dedicare un bel po’ di tempo allo Spazio per poi tornare sulla Terra ferma a metà maggio con appunto… l’apparato riproduttore!” Ho deciso così anche per cambiare un po’ argomento come fatto con le energie e le forze durante i mesi scorsi. Poi giovedì 22 sarà la Giornata della Terra e voglio che caschi proprio durante i nostri approfondimenti sul pianeta Terra. Quindi detto fatto: dall’apparato riproduttivo non si sfugge!

La patata bollente. Quindi, figurarsi con l’apparato riproduttore cosa oseranno chiedermi. E non è una domanda… è proprio una certezza. Si saranno anche già appuntati delle domande ad hoc! Ma in questi anni ho lavorato costruendo questo momento, perché sono lungimirante. Già lo scorso anno, parlando di riproduzione delle piante tra ovari e pistilli, piante unisessuate e ermafrodite, me la sono sfangata bene. La settimana scorsa, con l’apparato escretore ho preso la palla al balzo e mostrato, grazie all’app Alla scoperta del corpo umano, l’apparato dall’interno e poi dall’esterno senza generare scalpore alcuno quando, a tutta LIM, sono spuntati gli organi genitali maschile e femminile. Ecco l’uretra dall’interno ed ecco dove passa e arriva esternamente. Nessuno ha fiatato. Mi aspettavo ridacchiate, sguardi complici tra di loro, niente! “D’altronde ad ognuno di voi sarà capitato almeno una volta di andare a far la pipì, no? E avrete sicuramente visto da dove salta fuori.” Ma su questo loro hanno esperienze pregresse. Una volta osservando alcune opere d’arte spuntò fuori un quadro puntinista di Georges-Pierre Seurat che ritraeva una donna di spalle nuda seduta su un letto e un bambino ridendo disse “Un sedere!” e io incalzai pronta con “Ma tu la doccia la fai?” – “Sì, perché?” – “E allora chissà che grasse risate ogni volta che ti vedi nudo e scopri che anche tu lo hai… il posteriore! E chissà davanti!! ” E così rise lui, risero tutti e ridemmo insieme constatando che è la normalità avere un sedere e tutto ciò che abbiamo e non c’è niente di comico perché siamo noi che siamo così. “Sarebbe assurdo e forse comico se, scoprendoci nudi, davanti allo specchio, trovassimo proprio lì davanti un grosso spazio vuoto o chissà che forma azzardata! Allora sì che potremmo mostrare meraviglia!”. Dalla volta imparammo ad osservare le cose per come sono ossia naturalmente e normalmente… e spero che questa esperienza mi dia le forze di parlare del temuto apparato riproduttore con spermatozoi, ovaie, peni e uteri.

Però, nonostante tutto, devo mettere in conto l’effetto sorpresa e aspettarmi di tutto. Tipo… “Maestra, e come fa lo spermatozoo a raggiungere l’ovulo?” Perché il libro è bastardo e liquida tutto in una paginetta elencando e mostrando cosa c’è (organi e cellule) e come funziona (“… dall’incontro di queste due cellule nascerà un bambino!” cit.) ma non come accade!!! Ossia lasciando in sospeso la parte più succulenta e che desta curiosità sin dalla notte dei tempi. E allora che fare? Da genitore non mi son posta il problema. I miei figli hanno scoperto tutto che erano ancora bambini. Si è sempre discusso di questi argomenti in maniera naturale e senza tabù come si discute di tanto altro. Parlo di ciclo mestruale sia con mia figlia che con mio figlio, ad esempio, e sulla riproduzione non ho mai avuto peli sulla lingua. Esiste un modo adatto per spiegare tutto a tutte le età, con i termini e i modi opportuni, s’intende ma senza sacrificare niente. Ho preferito così per non rischiare che arrivassero a conclusioni errate oppure lo venissero a sapere da amici o per sentito di dire e in maniera scorretta o inadeguata. Alla scuola primaria l’argomento è stato evitato spudoratamente e ora che mia figlia è in terza media mi racconta che tutti i suoi compagni, alla lezione sull’apparato riproduttivo non hanno fatto altro che ridacchiare e fare gli sciocchi. Ma da insegnante che deve spiegare alla classe è diverso perché, che lo si voglia o no, ci si mette degli scrupoli nei confronti delle famiglie: sino a che punto mi posso spingere? Capisco benissimo che molti genitori preferiscano non affrontare l’argomento in famiglia e demandarlo alla scuola, capisco anche i genitori che preferiscono affrontare l’argomento a casa in maniera soft (usando magari metafore?) e lasciar perdere la  questione a scuola. Ma credo invece che se affrontato a scuola l’argomento assuma proprio la connotazione giusta ossia “siamo fatti così, funzioniamo così, il nostro corpo è una macchina affascinante e straordinaria e comprendere come ci consente di stare al mondo è incredibile!”. E poi ci sono aspetti che è difficile comprendere: perché ci si innamora proprio di quella persona, perché ad un certo punto sentiremo il desiderio di trascorrere molto tempo con qualcuno e tutta la meraviglia dei sentimenti e… diciamocelo senza pudore del sesso. Ma questa è un’altra storia, altre scoperte. Noi siamo qui per fare scienze, con delicatezza, con qualche sorriso ma con tutta la professionalità che possediamo. Siamo qui anche per attenuare certe malizie mostrando l’argomento sotto il microscopio della scienza. Ce la possiamo cavare allora? Speriamo proprio di sì e se così non fosse lascerei la patata bollente a Piero Angela! Ricordate quel famoso servizio andato in onda su RaiUno sulla riproduzione? Ecco. Se l’ha mostrato lui in prima serata perché non posso farlo io in classe, alla LIM? IO SONCERTACHEMELACAVO! Sicuramente se la caveranno anche loro!

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