Nonostante tutto voglio essere ottimista.

Nonostante tutto voglio essere ottimista, nonostante il periodo che stiamo vivendo… nonostante quello che abbiamo vissuto… e nonostante l’ultima vicissitudine a scuola.

Nonostante tutto voglio essere ottimista, DEVO ESSERE OTTIMISTA. Devo esserlo perché lavoro coi i bambini e le bambine, e loro si meritano ottimismo, fiducia, forza e positività. Soprattutto in questi tempi bui che loro non vivono direttamente ma percepiscono dai grandi che li circondano. E sarò ottimista per loro oltre che per me. Mi rimboccherò le maniche, troverò nuova linfa vitale e cercherò di cavalcare l’ennesimo e repentino cambiamento.

Dopo un 2020 segnato dalla didattica a distanza, dalla lontananza e dal Covid, un 2021 non certo facile… anzi… diciamo proprio pesante e snervante, arriva il 2022. Procedeva tutto bene: una nuova classe meravigliosa e nessun caso covid che ci tenesse lontani dai banchi di scuola e destasse preoccupazioni. Abbiamo lavorato a pieno ritmo, ci siamo divertiti e piano piano la nostra aula è diventata un luogo colorato e accogliente dove trascorrere insieme le nostre giornate. Chi si aspettava un cambiamento così repentino?

L’altra mattina sono arrivata, come sempre, a scuola di buon ora. Mi piace metter piede in aula almeno venti minuti prima di loro: sistemo le mie cose sulla cattedra, scrivo qualche messaggio di buona giornata sulla lavagnetta magnetica con l’aggiunta di qualche disegnino curioso, compilo il registro elettronico. Mercoledì c’era la verifica di matematica, così ho sistemato tutti i quaderni sui banchi e quando sono andata alla cattedra ho avuto una bella sensazione di equilibrio e pace. Mi son guardata attorno e ho sentito quello spazio come un luogo “mio”, nostro. Ho scattato una foto che poi ho postato la sera su Instagram intitolando “La quiete prima della tempesta” pensando al silenzio dell’aula vuota senza le risate e le parole delle mie piccole pesti.

 

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Chi avrebbe mai potuto immaginare che a breve avremo dovuto lasciare la nostra bella aula? Niente risate e voci, solo silenzi. Ma così è andata. Stamattina sono a casa a sistemare la poca roba che son riuscita a portar via da scuola, ieri pomeriggio, senza sapere dove potrò risistemarla e se potrò a breve farlo. Cos’è successo? Beh, mercoledì alle tre del pomeriggio ricevo la chiamata della mia collega per dirmi che i bambini devono portare a casa il materiale perché non è sicuro che il giorno dopo ci sia scuola. Che succede?, chiedo. Covid? Quarantena? DAD? Niente di tutto ciò. Da alcune settimane la mia scuola aveva segnalato al Comune la presenza di alcune crepe comparse in un’aula. Attendendo un sopralluogo abbiamo sgomberato l’aula in questione e quella accanto ma nel giro di poco tempo il danno alle pareti è aumentato colpendo anche le aule del primo piano. Insomma, per farla breve: dopo diversi sopralluoghi e controlli da parte del Comune è emerso che la mia scuola ha diversi danni strutturali gravi che necessitano ulteriori controlli e, causa “pericolo crolli”, è necessario abbandonare i locali quanto prima per permettere una manutenzione accurata e risolutiva. Io e le mie colleghe abbiamo trascorso una serata assurda in attesa di sapere cosa sarebbe accaduto. Nel mio plesso siamo 20 classi e quasi 400 alunni. Dove ci avrebbero potuti sistemare? A fine serata, e dopo una riunione straordinaria con i rappresentanti dei genitori e il team della DS si è giunti all’ipotesi di ospitare tutte le classi nel plesso della nostra scuola media, proprio lì accanto, ma attivando i doppi turni (perché le aule ovviamente non sono sufficienti per tutti) sino a trovare una soluzione più ottimale. Il giorno dopo siamo andati a scuola e abbiamo salutato la nostra aula. Ho portato via solo le cose che mi potrebbero servire da qui ai prossimi mesi e lasciato il mio armadio pieno e le pareti ancora allestite. Nella giornata di ieri il Sindaco ha decretato che la nostra scuola sarà chiusa da oggi (e infatti eccomi a casa) sino al 30 giugno per poter effettuare i controlli del caso e procedere con la sistemazione dello stabile. Nelle nostre teste il pensiero è stato unico: e chi la vedrà più la nostra scuola? come, per quanto tempo e dove e  andremo a finire? 

Ovviamente l’ipotesi “doppi turni” non è praticabile per i tanti genitori che hanno scelto il tempo pieno, per ovvie ragioni, ma anche per chi di pomeriggio ha altri programmi per i bambini. Si tratterebbe davvero di sconvolgere i ritmi di tante famiglie e creare disagi enormi. Quindi spero che questa soluzione sia davvero una cosa temporanea e che si trovi invece un edificio in grado di contenerci tutti. Il Sindaco dovrà trovare una soluzione efficace e in breve tempo, la scuola può solo farsi portavoce delle esigenze delle famiglie ed insistere affinché questa situazione incresciosa finisca quanto prima. Insomma: vogliamo tornare a scuola… e respirare una sorta di normalità. Proveremo insieme a vivere “una nuova avventura” facendo tesoro anche di questa esperienza. Ecco, così voglio viverla. Per ora devo credere che le cose vengano sistemate e devo vedere le cose in positivo. Prima di tutto devo essere sollevata che ci si sia resi conto in tempo del pericolo che stavamo correndo prima che accadesse una tragedia.

Per il resto che dire: lavoriamo per il benessere dei bambini e delle bambine che ogni giorno riempiono le nostre aule di luce e colore.

Speriamo bene!!!

 

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