Accoglienza in classe prima: Io sono foglia, e tu?

Accoglienza in prima

L’inizio dell’anno scolastico è sempre un nuovo salto nel vuoto: dopo il Ferragosto arriva sempre la settimana dello spaesamento da collegio incombente, idee confuse sul come iniziare e incubi ricorrenti in cui entri in un’aula gremita di bambine e bambini che non conosci impegnati a schiamazzare, non darti retta e farti perdere la pazienza (voi non lo fate questo incubo?). Ancora faccio fatica a metabolizzare di aver salutato le mie adorabili pesti di quinta e già devo immaginare le possibili facce sdentate che mi accompagneranno in questi prossimi anni. Perché se è sempre traumatico iniziare… lo è ancora di più iniziare quando non sai cosa ti aspetta: che classe avrò? quante ne avrò… e quali materie mi verranno assegnate? come saranno i miei studenti e le mie studentesse? con quali colleghe dovrò lavorare (perché lo scorso anno le mie due colleghe di classe sono pure andate in pensione!)? Insomma: si salvi chi può! La mia speranza è quella di poter trovare ottime colleghe con cui poter collaborare alla grande, avere una sola classe prima in cui poter insegnare ancora le discipline portate avanti in questi anni (e magari aggiungervi arte e immagine) e un bel gruppetto di bambine e bambini simpatici, divertenti, brillanti e affettuosi. I sogni son desideri, per ora lasciatemi sognare! Poi il 10 settembre (la mia data di inizio alle lezioni) vi dirò. Molti di voi, come mi avete scritto, sperano che mi venga assegnato l’italiano (per poter avere presto anche materiale nuovo e fresco) disciplina che amo ma la matematica mi diverte molto di più e per ora vorrei continuare su questa strada. Ma le strade della DS sono infinite quindi tutto può essere.

Quando si naufraga nello “stallo da attesa”  è necessario avere un punto di riferimento dal quale ri-partire. Qualcosa per scrollarsi di dosso i dubbi e le incertezze mettendo benzina al motore. Per la mia attività di inizio anno scolastico, cercavo qualcosa di trasversale (visto che per ora non ho la certezza di avere le discipline che ho “chiesto di poter insegnare” e sicura che mi verranno comunicate il giorno prima di iniziare) per l’accoglienza in classe prima ma brancolavo nel buio. Sfogliavo pin su Pinterest, davo un occhio alle varie pagine di gruppi insegnanti su Facebook, trovavo ispirazione nelle utilissime pagine di Vie Maestre (che vi consiglio di seguire se già non lo fate)  ma senza arrivare mai al punto. Certo, ci sono alcune attività interessanti proposte ben cinque anni fa e condivise con voi in Matematicando in classeprima (LINK) oppure in Accoglienza classe prima (LINK) ma per me progettare attività nuove è anche uno stimolo per iniziare bene e con slancio. È fondamentale! Dopo aver pensato di approfondire le attività già proposte ho invece cambiato rotta. “Altro giro, nuova corsa” mi son detta e quando è arrivato a casa l’ultimo libro acquistato ho avuto l’ispirazione. I libri sono sempre un’ottima guida e una perfetta fonte di ispirazione per me, da sempre. Questo poi casca a fagiolo: si parla di foglie e la foglia è una delle parti vitali dell’albero… e io di alberi, modestamente 😉, me ne intendo (soprattutto quello che vedo dalla mia finestra).

Partendo dal presupposto che progettare attività coinvolgenti e motivanti per i propri alunni non è mai semplice, ed è fondamentale riuscire a calibrare bene tutta una serie di aspetti (didattici, formativi, empatici, inclusivi e educativi) che riescano a soddisfare le nostre aspettative, lo è ancora di più quando questi alunni non si conoscono. Quando progetto inserisco sempre argomenti o input che possano catturare la loro attenzione e il loro entusiasmo a partire da quanto conosco di loro o da quanto è emerso dai loro racconti, dai loro sguardi, dalle loro richieste. Ma quando devi progettare per “alunni senza volto” diventa più complicato e cadere nello stereotipo o nel “già visto… o fatto” è… non dico certo ma… probabile. Il mio maestro ci diceva sempre “Chi inizia bene è a metà dell’opera” quindi per poter immediatamente segnare il nostro futuro cammino insieme non possiamo rischiare di mettere male il piede e prendere una storta: dobbiamo indossare subito scarpe comode e coloratissime, imparare a mettere bene i piedini e iniziare a saltellare. Questo per me è un buon inizio anno scolastico! E anche questa volta ci proverò… nonostante mascherine, distanziamento, regole imposte dall’alto e tutto ciò che questo assurdo periodo Covid ci sta “regalando”.

Io sono foglia” di Angelo Mazzillo e Marianna Balducci (ed. Bacchilega JUNIOR) è un libro esteticamente bello (perché anche l’occhio vuole la sua parte), essenziale nelle parole ma intenso nel messaggio. Ogni pagina, fatta di frasi semplici e brevi accompagnate da immagini incisive, potrebbe di per sé raccontare una storia. La storia della maestra che legge o del bambino che ascolta ma anche della foglia che li accompagna. Un libro che sfoglio per il piacere di godere pienamente delle immagini (che si alternano quasi come fossero un ritmo musicale… lo si nota anche dalla copertina), per perdersi nell’immaginazione suggerita dalle parole e che ci apre spiragli di riflessione, oppure per inventare nuovi possibili utilizzi come è accaduto con l’attività che vi sto per raccontare e che proporrò durante i primi giorni di scuola.

Questa è la mia idea-proposta, non è un racconto di quanto è avvenuto come faccio di solito. Poi chissà come andrà a finire, chissà quale flusso narratore o creativo verrà seguito dai bambini e dalle bambine che ancora non conosco. E chissà quanti di voi lo proporranno ai propri alunni, con modifiche e nuovi stimoli e altrettante risposte diverse.

Come è nata l’idea dell’attività dopo aver sfogliato il libro? Beh, ho focalizzato l’attenzione sul fatto che dovesse essere necessariamente trasversale e mi consentisse di creare un primo contatto-legame con la classe. Mi serviva uno sfondo integratore facilmente condivisibile, che si basava su qualcosa di conosciuto da tutti e con cui ognuno aveva fatto esperienza e che potesse essere sviluppato in varie discipline con semplicità. Volevo un’attività che mi consentisse di creare un legame di conoscenza e confidenza con loro (e permettesse anche a me di farmi conoscere) capace anche di stimolare la fantasia e la creatività consentendomi anche di indagare, in punta di piedi, le loro conoscenze pregresse. Vi mostro la follia del mio canovaccio raccogli idee.

Accoglienza in classe prima

Ovviamente non so se riuscirò al 100% a soddisfare tutte queste mie esigenze (perché il nostro lavoro è progettazione ma anche capacità di adattamento e messa in discussione di quanto progettato in risposta agli stimoli ricevuti) ma anni di esperienza mi dicono che se l’avrò raggiunto al 50% sarà un successo.

Dall’immagine riuscite a capire qualcosa? L’idea è quella di leggere la storia insieme a loro mostrando inizialmente le immagini dal libro, pagina dopo pagina. In ogni pagina c’è (solitamente, non sempre, ma non vi svelo il segreto lasciandovi il piacere di scoprirlo) una frase breve che fa rima con la frase della pagina accanto, una foglia e un bimbo che segue gli umori e le avventure  della foglia. Ecco alcune immagini solo con l’intento di farvi capire meglio come sia fatto il libro.

Capite bene che le possibilità sono tantissime perché ogni frase porta dietro di sé suoni, rime e stati d’animo. In italiano possiamo giocare con le parole e le rime, possiamo utilizzare ogni pagina per far parlare di sé i bambini o per fare domande come “Cosa significa secondo te… UN GIORNO SONO VENTO?” oppure ” E tu… ti senti spento? Cosa vuol dire? Quando capita?“. La storia della foglia continua con pagine così: ricche di domande e giochi. Magari a metà anno scolastico… quando giocheremo con il suono GLI o impareremo le nostre prime rime… ci verrà in mente questa attività di inizio anno e potremmo riprenderla in mano.

A racconto finito possiamo chiedere “Chi ha mai visto una foglia dal vivo?” e son certa che tutti si sbracceranno per parlare e raccontare o ridere sotto i baffi. “Com’è fatta una foglia? Hanno sempre la stessa forma? Quante foglie diverse pensi di aver visto nella tua vita?” Tutte queste domande ci aiuteranno a sciogliere il ghiaccio, molti si renderanno conto di avere esperienze comuni, altri inizieranno a capire che ogni foglia è un racconto. Ma la parola FOGLIA non vi fa venire in mente la parola SFOGLIARE? Chi l’ha mai sentita? Qualcuno di voi ha mai sfogliato qualcosa? Guidiamo la nostra discussione… magari approfittiamone per provare con loro il gesso alla lavagna e segnare qualche traccia di foglia… di sillaba… di parola… Cerchiamo di navigare a vista e in base alla classe che abbiamo davanti; possiamo decidere se provare oralmente a trovare parole simili a FOGLIA (FOGLIO-FIGLIA- BIGLIA) oppure chiediamo loro perché si dice sfogliare? Avrà qualcosa a che fare con le foglie? Forse perché si sfogliano i libri… che sono di carta… che si ricava dagli alberi? Qualcuno potrebbe pensare questo? Chissà quante ipotesi salteranno fuori che ancora io non riesco ad immaginare.

Se invece la classe è stanca di giocare con le parole possiamo, dopo aver raccontato, dare un bel foglio bianco e proiettare qualche grande immagine ispiratrice alla LIM chiedendo di disegnare poi le foglie nei loro stati d’animo diversi: annoiata, felice, avventurosa, impaurita… Possono scegliere in libertà colori, dimensioni e quantità di foglie da rappresentare negli stati d’animo che preferiscono. Non sanno ancora scrivere quindi alla fine del lavoro, che dovrà durare quindici minuti circa, ognuno di loro mostrerà le proprie foglie facendo indovinare agli altri lo stato d’animo rappresentato. Facciamo presente da subito che condividere il proprio lavoro con qualcuno è importante e merita il rispetto di tutti. Non osserviamo per giudicare ma per apprezzare il lavoro svolto e comprendere che non esiste un lavoro giusto e uno sbagliato, un disegno bello e un disegno brutto. Abituiamo i bambini a ringraziare i compagni che condividono il loro lavoro. Conclusa l’attività assegniamo il primo compito: “Per domani ognuno di voi porti una foglia che non sia ne troppo grande ne troppo piccola. Diciamo che deve stare all’interno di un foglio bianco“.

Nella seconda fase dell’attività dedichiamoci ancora all’arte ma anche alla matematica. Dopo aver ricordato brevemente l’attività del giorno precedente possiamo chiedere di incollare la foglia al centro del foglio (con il nastro adesivo o con la colla) e poi di immedesimarsi in essa: Se tu fossi questa foglia come saresti? Trasforma la foglia in te oppure immagina di essere tu vestito da foglia. Racconta come sei con la foglia e i colori. Dopo aver lasciato libero spazio alla fantasia e alla creatività possiamo tirare le somme: quante foglie abbiamo raccolto? – tante, poche, molte, abbastanza, tante quante siamo noi…; come sono? – a forma di cuore, a forma ovale, a forma quadrata, a forma appuntita, verdi, arancioni, gialle… grandi o piccole. Stiamo muovendo i primi passi nei concetti matematici basilari. Possiamo decidere se contare le foglie, se usare i quantificatori logici, se ipotizzare delle prime classificazioni. Questa esperienza potrà essere sviluppate nei giorni seguenti tra le prime pagine del quaderno di matematica oppure fare da filo conduttore per tutta l’avventura a quadretti che verrà.

Ma avete notato che tutte le foglie sono diverse… se pur sempre foglie? Anche voi siete tutti diversi anche se siete comunque bambini e bambine. Volendo potremmo avviare anche un bel percorso di educazione civica… vi è venuto in mente qualcosa? A me sì! Ma questa è un’altra storia.

Stiamo parlando di foglia da diversi paragrafi e ancora non è saltata fuori la disciplina principe: le scienze naturali. In un terzo incontro potremmo iniziare ad introdurre il concetto di scienza proprio da qui: cos’è una foglia e di che cosa fa parte? A cosa serve? Possiamo dire che è vivente? Perché talvolta cambia colore o cade? Più scrivo e più penso che con questa idea ci lavorerò per le prime settimane di scuola e forse anche oltre!

Ma quelle foglie sembrano muoversi: mosse dal vento… accartocciate… prima in alto e poi giù per terra. Inventiamo la danza della foglia? Tutti in cortile o in palestra a immaginare insieme come le foglie potrebbero muoversi: foglie allegre! foglie lente! Foglie che nascono! Foglie che cadono giù per terra! Foglie spazzate via dal vento tutte nella stessa direzione! Foglie che si fermano tutte insieme! Foglie che girano come trottole! Foglie coraggiose!… e chi più ne ha più ne metta! E in autunno? Beh, si potrebbero raccogliere le foglie secche del cortile e improvvisare una sessione jazz di foglie croccanti. E si salvi chi può!

Tutte questa attività mi consentiranno soprattutto di: conoscere i nuovi alunni e le nuove alunne; vederli all’opera (mentre dialogano e si esprimono, mentre colorano e si orientano sul foglio, quando incollano e creano, quando si muovono o partecipano, quando classificano o quantificano) esplorando anche le loro conoscenze pregresse e le loro curiosità. E se penso questo devo dire che mi è venuta proprio voglia di ritornare presto all’opera. E a voi?

Buon inizio anno scolastico!!!

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *