#CLASSEPRIMA ARTEeIMMAGINE (4). Colori a volontà: un primo approccio al colore

Il nostro percorso sul colore, che inizierà a febbraio, deve esordire in maniera semplice e stimolante.  Ecco come ho pensato di fare. Vi racconto ciò che ho progettato e che inizierò a presentare alla mia classe da settimana prossima.

I bambini già conoscono la differenza tra colori primari e secondari, hanno sperimentato alla scuola dell’infanzia con alcune tecniche semplici e, in questi mesi, hanno imparato a curare meglio il tratto grafico anche nella campitura. Come possiamo affrontare il colore in classe prima senza cadere nella banalità ed evitando di introdurre concetti ancora troppo difficili? Partendo dal presupposto che per riflettere ed affrontare la teoria del colore è necessario possedere una serie di conoscenze pregresse che ancora non fanno parte del loro bagaglio culturale, focalizziamo l’attenzione su quanto vogliamo sviluppare in prima classe. Teniamo conto che con il colore si potrà lavorare anno dopo anno in maniera sempre più approfondita. Non dimentichiamo infatti che il colore è prima di tutto luce (bianca, quella del sole, che si scompone nei sette colori dell’iride) ma è anche pigmento (che si estrae da sostanze animali, vegetali e minerali, che si ottengono in vari modi). Possiamo parlare quindi di colore come luce (spieghiamolo brevemente e semplicemente in prima ma sviluppiamolo in seguito… magari in quinta quando si studierà la luce e l’occhio) e di colore come pigmento… il colore tanto amato dagli artisti che lo hanno usato come grande e potente mezzo espressivo. Non dimentichiamo poi le leggi del colore: paragonabili alle lettere dell’alfabeto  ci consentono di esprimere il nostro estro con una gamma incredibile di varianti e combinazioni. Anche se siamo in prima possiamo iniziare a toccare tutti questi aspetti… che poi verranno ripresi, sviluppati e approfonditi per tutto il quinquennio.

Colore luce.

Possiamo giocare con il senso della vista osservando ciò che ci circonda e notando il colore degli oggetti che intorno a noi. La luce entra dalla finestra e i colori sono brillanti. Abbassiamo le serrande e osserviamo, che succede? Percepiamo gli stessi colori? Comprendiamo subito che la luce svolge un ruolo fondamentale nella percezione del colore. Senza entrare troppo nello specifico con argomenti ancora complessi… possiamo tirare in ballo l’arcobaleno e, se vogliamo, il disco di Newton per cogliere quanto la luce sia colore. Per ora ci basta sapere che è così e sperimentarlo guardandoci attorno. Per creare un filo conduttore porto in classe il libro Tu sei luce” di Aaron Becker e ci immergiamo nei giochi di luce colorata attraversata dal sole. Non è ancora tempo per conoscere i concetti di rifrazione e riflessione della luce ma è sicuramente affascinante fare nuove scoperte sino ad ora ignorate. È importante iniziare a distinguere il colore luce dal colore pigmento.

Colore pigmento.

I fisici hanno studiato e analizzato il colore in funzione delle leggi ottiche ma gli artisti lo hanno considerato un mezzo di espressione fantastico. Proprio per questo si sono ingegnati per ottenere tante tonalità diverse di colore da poter utilizzare nelle loro opere. I pigmenti di colore (polveri ottenute da piante, animali e minerali) hanno permesso di colorare il nostro mondo! Questi pigmenti sono stati messi nelle opere d’arte ma anche nei nostri colori: matite colorate, pastelli, tempere, acquerelli e pennarelli. Possiamo sperimentare combinandone di tutti i colori! MA quanti sono i colori? Sono solo quelli primari e secondari? Beh, si fa presto a dire… ROSA o BLU. In base alla quantità di pigmento che utilizziamo e alla combinazione con altri pigmenti possiamo davvero ottenere moltissimi colori con tonalità diverse. Per dare loro un’idea porto in classe il bellissimo libro “Colorama: il mio campionario cromatico”. Pagina dopo pagina ci rendiamo conto che non esiste solo un bianco come non esiste solo un verde. L’autore ci parla dei colori portandoci in un mondo di colori fatto anche di aneddoti e curiosità.

 

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Teoria del colore.

In prima approfondiamo il concetto di colori primari e colori secondari. Ma ci aspetteranno, negli anni a seguire, i colori complementari e le varie teorie del colore affrontate a puntino. Ogni tema verrà sviscerato e affrontato nelle modalità più svariate e stimolando osservazione, curiosità e creatività grazie alla fruizione di opere d’arte, alla sperimentazione con le varie tecniche pittoriche, per mezzo di laboratori creativi ed espressivi. Ma se vogliamo affrontare l’argomento con un guizzo di entusiasmo in più vi consiglio la lettura di “Cromorama: come il colore ha cambiato il nostro sguardo” di Riccardo Falcinelli. Leggiamo sulla quarta di copertina:

“Perché le matite gialle vendono di più delle altre?

Perché Flaubert veste di blu Emma Bovary?

Perché nei dipinti di Mondrian il verde non c’è mai? E perché Hitchcock lo usa in abbondanza?

Intrecciando storie su storie, e con l’aiuto di 400 illustrazioni, Falcinelli narra come si è formato lo sguardo moderno, attingendo all’intero universo delle immagini: non solo la pittura, ma anche la letteratura, il cinema, i fumetti e soprattutto gli oggetti quotidiani, che per la prima volta ci fa vedere in maniera nuova e inconsueta”

Insomma, teoria del colore ma non solo. Questo libro ci racconta come il colore è parte della nostra vita, del nostro modo di pensare e di interagire con ciò che ci circonda. Scopriamo tante curiosità, veniamo affascinati da come le tecnologie abbiamo stravolto la nostra fruizione e ci rendono più consapevoli di ciò che siamo e osserviamo.

Prima lezione: i colori primari e secondari

Ricordo loro le esperienze pregresse fatte alla scuola dell’infanzia. “Chi di voi ha mai sentito parlare di colori primari? Quali sono? Perché si chiamano così”. Discutiamo insieme e raccogliamo alla lavagna le nostre impressioni e ciò che emerge. Focalizziamo anche l’attenzione sulle loro esperienze pratiche con la pittura ad esempio o coi racconti. “Qualcuno di voi conosce la storia di Piccolo Blu e Piccolo Giallo?” Tiro fuori l’albo illustrato e la leggiamo insieme per introdurre il nostro percorso tra colori primari e secondari. Su questo albo illustrato ho costruito nel tempo tante attività trasversali. Ve ne ho già parlato nel mio pezzo tratto dalla mia seconda tesi di laurea ma anche all’inizio di questo anno scolastico e in altri contesti. Questa volta decido di animarlo con i fogli lucidi trasparenti che utilizzo anche per comporre gli altri colori secondari e impostare l’attività di preparazione sul quaderno.

Il nostro abc del colore inizia proprio raccogliendo nel quaderno le informazioni note che riguardano i colori primari e secondari. La nostra pagina sul quaderno è semplice ma incisiva: i cerchi di colore ricordano la storia appena letta e ci facilitano il lavoro. Preparo direttamente uno schema prestampato e loro dovranno utilizzare le matite colorate per riempire le campiture. Questo ci permette di focalizzare l’attenzione sulla teoria dei colori e aiutarci a riflettere sui prossimi e futuri lavori. Intanto alla lavagna traccio col gesso i miei cerchi colorati e faccio delle addizioni (che stiamo sviluppando proprio in questo periodo in matematica). Loro osservano e poi lavorano concentrati sul quaderno. Alla fine del percorso sul colore faremo una sorta di “verifica” e chiederò loro di preparare una tavola di colori primari e secondari utilizzando le tempere. Avranno a disposizione solo i colori primari e dovranno ricavare quelli secondari. Si lavorerà coi polpastrelli tracciando dei cerchi di colore e curando anche l’aspetto creativo e compositivo.

Ma torniamo alla nostra lezione. Dopo aver raccolto le informazioni cromatiche utile ci dedicheremo alla sperimentazione creativa. I segni che sino ad ora abbiamo tracciato a matita (punti e linee) si fanno colorati. Ci divertiamo ad accostare linee di colori primari e secondari, a creare giochi cromatici di puntini piccoli e gradi, spirali, campiture piene di forme geometriche. Se rimane del tempo propongo loro di dare spazio alla creatività e sperimentare con quanto appreso. Per l’occasione potranno utilizzare anche i pennarelli su carta con grammatura più pesante.

 

Seconda lezione: affiniamo la tecnica

Molti bambini hanno ancora difficoltà nel colorare bene piccoli e grandi spazi: c’è chi esce dai confini tracciati; chi colora prima in un verso e poi nell’altro; chi preme troppo il colore e poi in certi punti, e senza motivo, lascia spazi che sembrano vuoti o poco colorati. Insomma, colorare non è così semplice. Provo a dare dei suggerimenti classici: non calcare troppo, trovare la giusta angolazione per il movimento, seguire dove possibile lo stesso verso (impareranno poi che utilizzando il verso diverso in maniera consapevole è possibile ottenere tanti effetti diversi e di grande effetto), cercare di essere precisi e non frettolosi curando il tratto grafico e il ritmo senza avere mai troppa fretta. Facciamo di questo gesto un momento di relax. Consegno un semplice schema che un po’ ricorda quelli di Mondrian. Dovranno stare attenti alla consegna, infatti, non dovranno colorare gli spazi e basta. Dovranno farlo seguendo una certa andatura: colorare solo in orizzontale o solo in verticale; colorare in obliquo da destra verso sinistra o viceversa; mescolare uno sull’altro il verso del colore (es. prima orizzontale e poi sopra verticale). Sarà necessario farlo bene e con grande concentrazione per trarre il massimo della nostra soddisfazione. Soprattutto senza fretta: il disegno merita il nostro tempo, la nostra cura e il nostro piacere.

Secondo step: creatività! Osserviamo alcune opere d’arte in cui possiamo scorgere nettamente l’uso dei colori primari e secondari (ad esempio, Donna nella notte di Mirò – Chiesa in Murnau di Kandinskji – Flora e fauna magica di Depero – Composizione astratta di Mondrian – Cavallino azzurro di Franz Marc) traendone ispirazione ma soprattutto cogliendo l’occasione di allenare il nostro sguardo alla lettura e alla fruizione di opere d’arte. A questo punto tiro fuori un libro un po’ speciale. “Miles Davis: i giochi di Miles”. Un racconto illustrato sul grande musicista jazz Miles Davis… da bambino. Una storia carica di significati e di ritmo. Il libro, finemente illustrato, è anche un audiolibro fatto di parole e musiche (di Davis, appunto). Mentre loro iniziano a disegnare liberamente sul foglio (utilizzando solo i colori primari o secondari… quindi scegliendo gli uni o gli altri) ascoltano la storia del piccolo Miles e la sua trascinante tromba… provando a trarne ispirazione. Ecco cosa leggiamo in quarta di copertina:

C’erano solo quattro ragazzi che si lanciavano il pallone con le mani, un po’ svogliati. Avrei voluto unirmi a loro, ma soprattutto volevo conoscere il tipo blu. Vinsi la timidezza e chiesi: “Posso giocare con voi?”. Il più mingherlino mi lanciò la palla e disse: “Non so. Dipende da Miles”. Miles era il tipo blu, che arrivò per ultimo. Mi feci coraggio e chiesi: “Posso giocare?”. Non rispose. Mi tolse la palla dalle mani e la gettò in un angolo. Poi disse a tutti: “Oggi, nascondino con mosca cieca”. “Giochiamo bendati?” chiese il mingherlino. Miles annuì e distribuì fazzoletti rossi. “Non posso giocare senza vedere” protestò Red, il bambino più veloce. “Le hai le orecchie?” disse il tipo blu, che si era già messo la benda, “usa quelle”.

Colori, ritmo, musica, amicizia… quanta magia in questo racconto narrato da Roberto Piumini con le musiche di Davis-Guarino. Questa volta lo utilizzeremo per questa suggestione ma a pensarci bene posso costruirci altri dieci percorsi! Se non siete riusciti a trovare il libro consiglio sottofondo musicale a tema per disegnare mille suggestioni. Ecco l’album di Miles Davis “Kind of blue”.

 

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Terza lezione: il colore è vita!

Ultimo, si fa per dire, incontro sui colori. Per ora concludiamo questo percorso con la storia “Federico” di Leo Lionni. Intramontabile la storia del topolino Federico che porta i colori, il calore e le parole della bella stagione ai suoi amici topini durante il freddo e il grigio invernale. Leggiamo la storia e discutiamo insieme dell’importanza dei colori, dell’arte, del gusto estetico e di quei “lavori” e di quelle “passioni” che portano gioia nella nostra vita: arte, musica, danza, teatro, cinema. Dopo una discussione in cui chiederò a tutti di dire la propria opinione o raccontare esperienze emblematiche, racconteremo nuovamente la storia a parole nostre e poi… proveremo a farlo con le immagini. In quattro o cinque vignette narrare con i disegni la storia di Federico. Pensiamo insieme alle sequenze chiave e poi ipotizziamo come illustrare ogni vignetta. Mostro un esempio con la mia sequenza ma poi, tolta dalla LIM (per non rischiare che prendano il mio disegno come qualcosa da copiare), ognuno di loro dovrà cimentarsi nell’illustrazione del racconto. La sfida è riuscire a far “leggere la storia per immagini” a chiunque… quindi ogni immagine dovrà essere emblematica e “dovrà parlare”. Impresa ardua? Noi ci proviamo, siamo qui per imparare e ogni volta successiva andrà sempre meglio.

Federico... disegnato da m
Federico… disegnato da me con Procreate.

La conclusione del percorso sarà un laboratorio delle maschere di Carnevale fai-da-te in cui i colori e i materiali da riciclo daranno espressione ad ogni viso. Ci serve carta colorata, pennarelli, piatti di carta, forbici, colla e tanta fantasia. Ma questo ve lo racconterò quando saremo arrivati alla settimana che precede il martedì grasso.

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