#CLASSEPRIMA ARTE E IMMAGINE (2). Oltre gli stereotipi con l’albero: guardare, osservare, copiare e creare

Dal percorso precedente sulla presa di coscienza di sé a partire dalla rappresentazione del corpo siamo passati all’ABC dell’immagine e allo sviluppo delle prime forme stilizzate. Nei primi mesi dell’anno scolastico, la classe si è messa alla prova quotidianamente con il tratto grafico a partire dalla scrittura nel quaderno ma anche alla lavagna. Imparare a tracciare segni precisi, quali lettere e numeri, a partire dalla copiatura e poi via via in maniera sempre più autonoma, è stato il tormentone di ogni giornata. Imparare a scrivere non è semplice per tutti e quotidianamente si è trattato di fare una vera e propria palestra. Acquisire i giusti movimenti, imparare ad impugnare al meglio la matita senza forzare troppo il tratto, perfezionare linee orizzontali, verticali e oblique, sono competenze da raggiungere giorno dopo giorno. Queste competenze vengono rafforzate anche con il disegno, non solo quello libero (che chiedono continuamente nei momenti di pausa e socializzazione… eh sì, perché per loro è un piacere anche disegnare insieme) ma anche nel disegno guidato: le immagini da disegnare nel quaderno di scienze (dove le informazioni, per ora, sono lasciate alle immagini disegnate più che alle frasi e alle parole); gli elementi da rappresentare nelle pagine di matematica (figure geometriche ma anche personaggi e oggetti da contare e ordinare); i disegni guidati nel quaderno bianco di arte e immagine. Da metà ottobre sino a tutto dicembre ci siamo infatti dedicati all’abc dell’immagine ossia al comprendere come piccoli segni fatti di punti o linee possono raccontare ciò che ci circonda e dar vita ad una nuova forma di narrazione fatta appunto di forme, colori, segni e non più di parole scritte o parlate.

Quando chiedo ai bambini di leggere un’immagine loro lo fanno inconsapevolmente. Riescono a decodificare il segno grafico e ricondurlo al significato della forma e del contenuto ma non si rendono conto del processo che c’è alle spalle. Secondo me, rendersi invece consapevoli di come leggiamo le immagini e di quanto sia anche importante la nostra esperienza e la nostra cultura di base è sicuramente una ricchezza. Viviamo in una società fatta di immagini, ne siamo impregnati, catturati, soggiogati e affascinati. Le nuove generazioni utilizzano più le immagini che le parole (pensiamo alla forza acquisita da Instagram come mezzo di espressione delle nuove generazioni e dalla loro capacità di rielaborare le immagini in maniera creativa e differente). Ecco, imparare a leggere criticamente le immagini e a rielaborarle con criterio, cura e consapevolezza è uno degli obiettivi che dobbiamo far raggiungere ai nostri studenti. Per approfondire questo argomento vi rimando ad un mio vecchio saggio scritto quando tenevo i laboratori di educazione all’immagine per l’Università di Cagliari.

Quest’anno, essendo in prima, abbiamo iniziato una semplice perlustrazione del tratto grafico (lavorando comunque trasversalmente anche con la geometria dove si affronta da una diversa prospettiva) a partire dal punto e dalla linea. Ho predisposto due incontri dal titolo “Dal punto… alla linea” a partire dalle suggestioni proposte nel libro Laboratorio arte e immagine: educazione all’immagine su punto, linea, colore e segno colorato. Abbiamo iniziato a parlare del punto con semplicità: ho disegnato un punto alla lavagna e chiesto cosa fosse. Un punto piccolo. Poi l’ho fatto diventare più grosso. “Anche questo è un punto?” Abbiamo iniziato a parlare del punto e così ho letto la storia Il punto è vivo che ci ha fatto riflettere su come intorno a noi ci siano tanti punti: quello che conclude una frase; il puntino marroncino che le dame si disegnavano sul volto a mo’ di neo; il punto d’arrivo o d’incontro!; il punto che viene messo sotto una linea dritta… punto esclamativo e quello poi di domanda; tanti altri punti. Guardiamo alcune immagini e scopriamo che tanti animali hanno dei puntini sul loro manto; che tanti frutti sono pieni di punti; che il cielo stellato sembra una raccolta infinita di punti. E Achille il puntino? Anche lui, ricordate, è nato da un puntino! Richiamare alla memoria esperienze già vissute insieme mi aiuta a creare subito un legame con quanto già scoperto tra i banchi. Lavoriamo proprio sul punto e procediamo dedicando la nostra attenzione al disegno sul quaderno. La pagina è bianca e non ha punti di riferimento. Utilizziamo la matita e non il segno colorato, per ora. Io disegno alla lavagna e loro sul quaderno. “Seguite le mie indicazioni ma non rimanete vincolati a ciò che disegno io. Vi chiedo di disegnare un piccolo puntino in alto a sinistra, poi uno acconto che sia un po’ più grande, e più grande ancora“. Lavorano in silenzio. I punti più grandi devono quasi essere riempiti con la matita di graffite. Sembrano pieni. “E se li immaginassimo vuoti?” Così proviamo. Alla lavagna quelli pieni sono bianchi e i loro neri, quelli vuoti alla lavagna sono neri e loro bianchi. Procediamo prendendo dei puntini che non siano troppo piccoli ma neanche grandi, li disegniamo vicini vicini e stiamo ad osservare che effetto otteniamo. Racconto un po’ la storia dei puntinisti che disegnavano le loro opere riempiendo di colore la tela solo con puntini colorati diversi e vicinissimi. Mostro alcune opere. Pensiamo anche ai pixel del monitor del computer e del display del cellulare! Ora proviamo invece ad disegnare dei puntini che via via si allontanano, diventano rarefatti come le nuvole quando si dissolvono nel cielo. Disegnano concentrati. Devo solo intervenire nei tempi… qualcuno pensa di dover far veloce e non riesce a gustarsi la magia del tratto grafico. Giochiamo un po’ coi punti disegnandoli in fila a formare linee dritte e poi curve. Alla fine insegno loro come disegnare un punto a spirale… che tanto punto non è ma che ci riporta nei quadri di Van Gogh. “Sembra una linea attorcigliata che vuole formare un puntone” mi dice qualcuno. Mostro il movimento da fare con la mano ma alcuni si perdono. Allora vengono alla lavagna a uno a uno e, prima con la mia mano che tiene la loro e poi da soli, imparano a disegnare le simpatiche spirali.

La lezione successiva è dedicata alla linea. Nel frattempo, in geometria, abbiamo scoperto quanti tipi di linee esistono: aperte e chiuse, rette e curve, miste e intrecciate. Intanto abbiamo scoperto che la linea è un punto che ha deciso di fare una passeggiata. Disegno con il gesso un punto alla lavagna e poi lo sposto, tracciando una linea, verso sinistra. Ecco un punto in movimento. Proviamo anche a disegnare tantissimi e piccolissimi punto uno accanto all’altro e vien fuori una linea. In geometria abbiamo detto che la linea è un insieme di infiniti punti… che non vediamo ma ci sono. Quindi proviamo ad usare le linee in arte, per disegnare. Anche qui iniziamo come fatto per il punto: linea dritta sottile e poi via via più spessa. Poi proviamo con le curve; lunghe e corte; orizzontali e verticali; oblique. E poi? Intrecciate come se fossero delle molle ma anche a zigzag.

Con punto e linea sperimentiamo in maniera creativa nella lezione dopo: con i pennarelli tracciamo delle linee a formare tronco e rami di un albero (si parlava d’autunno in quelle settimane) e poi con dei particolari timbrini tondi (fatti di tappi di sughero imbevuti nella tempera) formiamo la fronda. Scegliamo colori autunnali e ci immergiamo nell’autunno. Inizia così in nostro percorso sull’albero. Abbiamo tanto parlato di foglie e d’autunno in scienze e ora iniziamo a parlare dell’albero. Prima di tutto perché l’autunno ci viene proprio annunciato dagli alberi e poi perché a dicembre il protagonista assoluto è appunto l’albero di Natale. Inoltre a novembre ricorre anche la giornata dell’albero e così ne approfittiamo ulteriormente.

Se io disegno questo tratto alla lavagna… voi riuscite a capire cosa sia… anche se non è certo identico a quello che siete abituati a vedere nella realtà. Mancano molti dettagli, è ovvio che nessuno ha mai visto una cosa simile in giro per le strade… MA riuscite subito a leggere l’immagine: è un albero“. La linea verticale dalla quale se ne diramano altre è il tronco, lo capite subito, e poi ci sono delle linee che definiscono i rami. Posso o meno disegnare le foglie in maniera stilizzata (puntini) oppure più definita (con delle forme che ricordano quella delle foglie). In questi mesi insegnerò loro a leggere le immagini in maniera consapevole e lo faremo proprio a partire dai segni che determinano forme e contenuti espliciti e impliciti. Proviamo insieme una nuova esperienza: disegnare un albero. Tutti i bambini sanno disegnare un albero ma spesso viene disegnato seguendo stereotipi e senza badare davvero agli alberi intorno a noi. Prima di tutto ci rendiamo conto che gli alberi sono davvero tanti e tutti diversi. E poi possono cambiare e anche avere “una personalità”. Faccio prendere la pagina bianca del quaderno e chiedo loro di dividere idealmente il foglio in quattro parti (due colonne e due righe per intenderci). Loro utilizzano solo la matita, io disegno su procreate nel mio iPad con la apple pencil collegando alla LIM in modo che vedano come disegno. In questo modo, mentre parlo e disegno riesco anche a dare dei consigli sul tratto grafico, su come impugnare la matita e indirizzare la punta ma, allo stesso tempo, riflettiamo insieme sulla struttura dell’albero. Per farlo mi ispiro, ovviamente, al famoso e prezioso libro di Bruno Munari: Disegnare un albero. Fondamentale perché ci libera dallo stereotipo ma allo stesso tempo ci insegna quanto sia semplice disegnare uno e centomila alberi variando semplicemente struttura, tratto, fogliame e chi più ne ha più ne metta!

 

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Ecco una mia presentazione animata di tutti gli alberi che ho disegnato su Procreate insieme a loro.

Lavoriamo con la struttura binaria: a partire dal tronco si sviluppano due rami e ognuno di loro si divide sempre in due altre braccia. Dai rami più grossi sino a quelli più fini. Ma poi possiamo variare: i primi moooolto lunghi e gli altri corti; tronco basso o tronco alto; tronco sottile o tronco grosso; tronco sottoposto alla forza del vento o tronco che va su bello dritto più in alto che può. Mentre disegno racconto suggestioni, improvviso e disegno. Loro mi seguono: sono bravissimi. Ci divertiamo a creare insieme ma poi chiedo di disegnare a tutta pagina un albero seguendo i suggerimenti dati durante il lavoro insieme: usare la struttura binaria e poi farsi prendere dall’estro. E le foglie? Usiamo il punto verde per disegnare le foglie: in maniera semplice e stilizzata il nostro albero sarà bellissimo. Oppure decidiamo di sbizzarrirci con la fantasia e inventare i nostri alberi fantastici.

La lezione successiva ci avvicina all’albero di Natale. Cambiamo struttura: tronco centrale e tanti rami che si sviluppano intorno ad esso. Anche qui le possibilità sono infinite. Lavoriamo come abbiamo fatto precedentemente, loro ai quaderni con la matita e io all’iPad collegato alla LIM. Gli alberi sono suggestivi e alla fine disegnano un grande albero che verrà decorato con puntini colorati a mo’ di albero natalizio.

Anche quando si è trattato di comporre il biglietto per gli auguri di Natale siamo rimasti fermi sul tema: ognuno di loro ha avuto tante strisce di carta colorata da tagliare e ordinare dalla più lunga alla più corta; poi, a partire dalla linea centrale sul cartoncino (il tronco), hanno incollato le strisce alternando i colori e intrecciando anche un po’.

Il nostro percorso sull’albero, per ora, si conclude qui… ma nei prossimi mesi e nei prossimi anni dedicheremo molto spazio a questo elemento così importante per le nostre vite. Ne parleremo in scienze ma continueremo a parlarne in arte. Qui trovate un mio vecchio percorso di arte dedicato all’albero. Vi racconto come avevo lavorato con la mia seconda di allora e vi mostro alcuni alberi creati insieme con materiali di riciclo.

La prossima lezione di gennaio sarà dedicata alla lettura delle immagini narranti. Ma vi racconterò anche un’attività svolta prima di andare in vacanze sulla lettura di alcune immagini a tema natalizio. ECCOLA!

 

L’albero per la giornata dell’albero
Il nostro albero natalizio fatto con le impronte di mani

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