#CLASSEPRIMA ARTEeIMMAGINE (5). Stimolare la creatività con il disegno dettato.

Questo percorso verrà sviluppato nella mia classe nei prossimi due mesi, una volta completato quello sui colori. Dopo aver sperimentato con l’abc della linea, delle forme e dei colori in arte, ma trasversalmente anche in geometria, ci dedichiamo ad approfondire quello che abbiamo iniziato a fare sin dai primi giorni di scuola. Imparare a seguire le indicazioni per lavorare sul quaderno come nel foglio è stato alla base delle prime competenze da acquisire. I bambini e le bambine hanno imparato ad ascoltare, tracciare lettere, numeri e linee sul quaderno in base alle indicazioni fornite oralmente ma anche osservando con attenzione gli esempi alla lavagna. Operazioni non sempre facili e che richiedono allenamento, organizzazione e grande attenzione. In questa nuova fase è importante fare un salto di qualità e insegnare loro che da uno stimolo dato loro possono costruire qualcosa che si scosti anche dalle indicazioni dell’insegnante, lasciando così spazio alla loro creatività e fantasia. L’errore che non dobbiamo compiere è che i bambini facciano sempre ciò che noi ci aspettiamo precisamente da loro. Certo, in alcuni esercizi viene richiesta cura e attenzione nell’eseguire fedelmente quanto richiesto (una linea orizzontale di 8 quadretti deve essere tracciata affinché sia orizzontale e di tale lunghezza) ma è anche importante che loro imparino a trovare giuste soluzioni all’impostazione grafica da dare o al tipo di lavoro che devono svolgere in funzione anche delle loro capacità e, perché no, della loro creatività. Anche in matematica lascio sempre spazio alle proposte, alle intuizioni e alle strade che portano alla soluzione sebbene siano diverse da quelle proposte da me. Il pensiero divergente deve essere curato, nutrito e incoraggiato ogni giorno. Non possiamo permetterci il lusso che i nostri alunni diventino dei meri esecutori o che soffochino la loro creatività per noi o per chi si aspetta qualcosa da loro. Ricordiamoci che i bambini, sino alla primissima infanzia disegnano per se stessi ossia per il puro piacere di vedere tracciate sul foglio delle linee, dei segni, degli scarabocchi che nella loro testa sono personaggi, storie, giochi. Poco prima dell’ingresso nella scuola primaria si inizia a disegnare anche per compiacere gli altri: questo disegno è per te; ti piace come ho disegnato questo gatto?; secondo te questo disegno va bene?; ho sbagliato a farlo così?, sono tante delle frasi ricorrenti che sentiamo spesso. Partendo dal presupposto che

non esiste un disegno sbagliato e un disegno giusto ma un disegno che riesce ad esprimere o meno ciò che vorrei esprimere

noi dobbiamo fornire gli strumenti affinché ciò che si desidera esprimere venga fatto con la soddisfazione di poterlo fare. Imparare a disegnare è come imparare a scrivere. Posso diventare un ottimo scrittore di romanzi ma solo se conosco la scrittura e le regole per esprimere al meglio ciò che desidero. Se conosco l’abc della scrittura e ho lo spirito creativo che mi contraddistingue allora posso anche stravolgerle quelle regole. Ma le devo conoscere. In effetti anche i grandi pittori hanno prima imparato a disegnare secondo i canoni del disegno e poi si son potuti concedere il lusso di stravolgerli. Mi viene in mente Picasso, ad esempio, spesso visto dai bambini come uno che “non sa disegnare” quando osservano le opere del periodo cubista. Se ne discuteva proprio alcuni giorni fa con la mia classe osservando alcune opere di Mirò: potrebbe essere molto semplice disegnare ciò che ci circonda esattamente come lo vediamo. Come se scattassimo delle foto. Ma la grandezza di un artista è il riuscire a raccontarci con le forme e i colori una realtà diversa da quella che osserviamo, capace di sprigionare emozioni e fantasie, di farci trovare pezzettini di noi, di instillarci nuove idee o di farci perdere in noi stessi alla ricerca di ricordi, momenti e vissuti. Osservando quelle opere ognuno di loro ha trovato “racconti diversi” fatti di suggestioni legate all’esperienza personale: chi vedeva pesci e onde, chi personaggi che giocavano e saltavano, chi cavalli al galoppo. Ognuno portava dentro l’opera parti di sé fruendo dell’opera stessa in maniera personale.

Anche quando impariamo a disegnare dobbiamo farlo partendo dal presupposto che impariamo a farlo ma stando sempre pronti a sentirci liberi di disfare tutto per dar sfogo alla nostra creatività espressiva. Dico sempre che il foglio bianco è uno dei pochi luoghi in cui possiamo sentirci liberi. Quando mi chiedono “posso usare il rosso o questo colore va bene o se lo faccio così è giusto?” io rispondo sempre “cosa ti sta dicendo il tuo disegno? Se ti parla e ti riconosci in ciò che avresti voluto esprimere allora va bene così!”.

Il percorso sul disegno dettato parte quindi dal presupposto che dobbiamo imparare l’abc del disegno ma, allo stesso tempo, dobbiamo anche imparare ad ascoltare noi stessi quando il disegno diventa parte di noi. Sperimenteremo proprio in questo senso e cercando di sconfiggere gli stereotipi. Andando oltre a ciò che ci si aspetta da noi.

Ma cos’è il disegno dettato? Certamente abbiamo già iniziato a praticarlo. Nei percorsi precedenti non ho fatto che “dettare” disegni (con linee e forme) affinché prendessero forma nella loro mente. Abbiamo lavorato in questo modo anche con l’albero e continuato quando abbiamo giocato con le forme dando vita ad animali di vario tipo. Prima abbiamo cercato linee e forme in alcune opere d’arte osservate alla LIM e poi in alcune fotografie di animali. Infine ci siamo esercitati con ghirigori e linee e giocato con le forme per imparare a disegnare semplicemente alcuni animali. Vi mostro qui alcuni, dei tanti, esempi sul quaderno.

Adesso si tratterà di affinare la tecnica ma dar grande importanza al punto di vista personale e alla capacità di vedere oltre le linee.

Il disegno dettato si realizza “dettando” appunto le caratteristiche di un disegno che l’allievo deve eseguire a mano a mano che ascolta. Può essere considerata una tecnica ludica che mette in gioco le nozioni di spazio (sopra, sotto, sinistra, destra, vicino, lontano…) e il lessico relativo al contesto situazionale della “tavola”, “scenetta”, “soggetto” o elaborato che viene dettato. Può essere definito anche disegno per immagini o disegno a immagini e costituisce un vero e proprio dettato di immagini visti come elementi che costituiscono un prodotto espressivo finale. Il DD (disegno dettato) può essere:

  • DD LIBERO: si propone al bambino uno stimolo (una linea o una forma) sul quale dovrà essere elaborato un disegno libero.
  • DD PARZIALMENTE GUIDATO: si fornisce uno stimolo iniziale e una guida successiva a quello stimolo che permetta al bambino di completare il disegno con un arricchimento personale.
  • DD GUIDATO: oltre allo stimolo iniziale, vengono suggeriti e indicati tutti gli elementi che dovranno comporre il disegno lasciando libertà di arricchire personalmente con il colore (cromatismo) o alcuni particolari in aggiunta.
  • DD MIRATO: si forniscono tutti gli elementi che andranno a comporre il disegno finale e il bambino non dovrà da altro che unirli e arricchire, eventualmente, con il colore.

Nel dettaglio.

Per stimolo s’intende una linea (dritta o curva aperta o chiusa) che viene riportata o in alto in un angolino del foglio di lavoro oppure disegnata alla lavagna come punto di partenza. Il bambino deve poi riportare la linea al centro del foglio, disegnandola o con la matita o con un pennarello nero, affinché possa usarla per comporre l’elaborato. Possiamo decidere, anche in base alla fascia d’età di riferimento, se proporre linee semplici o intrecciate, forme semplici o più o meno complesse. Magari possiamo iniziale con linee semplici e via via (nel corso degli anni) sperimentare con quelle più complesse. Altro elemento importante da inserire è l’ambito. Esso rappresenta il luogo in cui il disegno deve trovare la sua ambientazione. Proponiamo quindi al bambino di collocare lo stimolo in un determinato ambito oppure in tutti gli ambiti disponibili. Quelli di riferimento sono quattro: naturale (mare, campagna..); artificiale (città e luoghi delle città); casalingo (la casa, la famiglia, la quotidianità); scolastico (la scuola ma anche attività di altro tipo come lo sport, il corso di inglese ecc). Il gioco, anche come scoperta, potrebbe essere un buon collante per unire tutti gli ambiti di vita del bambino. I tempi per attuare l’elaborazione del disegno sono scanditi da diverse fasi in cui lo stimolo viene sviluppato. Si tratta di fornire una serie di sequenze temporali (prima-dopo-infine, ad esempio) in cui il disegno deve prendere forma e consentono all’insegnante di fornire le indicazioni necessarie per dettare la composizione del disegno ma anche al bambino di capire come procedere nella stesura. Le indicazioni devono essere chiare e schematiche. I materiali utilizzati per il disegno dettato possono essere i più svariati e vanno dai pennarelli alle matite colorate, ai pastelli, al cartoncino, ai lucidi e così via.

Il primo passo sarà quello di costruire una tabella che contenga gli stimoli che vogliamo utilizzare. Possiamo sistemarli in modo che le coordinate ci diano indicazioni di scelta. Possiamo mostrare le linee ai bambini e giocare alla lavagna cercando di riprodurle oppure mostrarle alla LIM e chiedere loro di disegnare la linea A8, ad esempio. Una volta scaldati i motori e preso confidenza con le linee (stiamo anche lavorando trasversalmente con la geometria) possiamo proporre l’attività vera e propria.

IMMAGINE TABELLA

Iniziamo con il DISEGNO DETTATO LIBERO. Possiamo proporre, come inizio, uno stimolo uguale per tutti. Lo disegno alla lavagna e chiedo ai bambini di segnarlo nell’angolino in alto a sinistra del foglio utilizzando il pennarello nero. Dividiamo la pagina (sistemata in verticale) in quattro parti uguali; in ogni parte scriviamo accanto l’ambito di riferimento. Chiediamo ai bambini di disegnare con la matita lo stimolo proposto al centro del foglio e poi… via con la fantasia. Decidiamo se far tracciare lo stimolo con il pennarello nero o lasciarlo a matita come il resto del disegno che verrà tracciato. Vi mostro qui accanto un esempio di tavola che mette in evidenza anche i tre tempi di esecuzione (anche se poi il bambino avrà un unico disegno finale). Ambito naturale, artificiale, domestico e scolastico.

 

Il percorso prosegue la settimana dopo con il DISEGNO DETTATO PARZIALMENTE GUIDATO. Si tratta di lavorare impostando il lavoro come fatto nella lezione precedente (quindi impostando lo stimolo e i quattro ambiti per pagina) oppure decidere di utilizzare per ogni foglio tutto lo spazio e un unico stimolo in un determinato ambito. Decidiamo in base al riscontro dei nostri alunni, al tempo a disposizione e alle idee che ci balenano per la mente. La differenza, questa volta, consiste nel dare indicazioni dettagliate nelle fasi di lavoro e quindi dobbiamo avere le idee chiare di ciò che vogliamo venga disegnato. Ad esempio, se voglio far disegnare un ombrello, ambito naturale, posso procedere così:

  1. disegna al centro della pagina il semicerchio proposto come stimolo e disegnato nell’angolo in alto a sinistra del foglio;
  2. unisci con una linea orizzontale gli estremi del semicerchio e fai partire dalla linea appena disegnata un’altra linea dritta che parta dalla metà di quella orizzontale e vada verso il basso (se la classe di riferimento è una terza possiamo anche parlare di linea perpendicolare verso il basso volendo);
  3. completa l’ombrello come preferisci collocandolo in uno spazio ben definito: è un ombrellone da spiaggia? è un parapioggia? lo tiene in mano qualcuno? è volato via? ecc.

Possiamo anche fornire dettagli come il colore e procedere così:

  1. disegna sul foglio con il colore marrone lo stimolo proposto (      );
  2. con il verde disegna alla base dello stimolo una linea orizzontale ________e sopra lo stimolo una linea orizzontale ma con il rosso (nel caso possiamo dire “una linea parallela a quella già tracciata);
  3. Cosa ti viene in mente? Completa e colora a tuo piacimento.

La terza lezione è sul DISEGNO DETTATO GUIDATO. Il bello è che sebbene saremo noi a fornire tutte le indicazioni per produrre l’elaborato, indicando ogni passaggio, ci renderemo conto che tutti i disegni saranno diversi: per tratto grafico, dimensione, colore, dettagli personali. In questa fase lasciamoci alle spalle gli stimoli iniziali e procediamo con le indicazioni. Vi fornisco un mio esempio per disegnare un topolino:

  1. disegna in alto, al centro del foglio, un bel cerchio. Non importa se non viene perfetto.
  2. disegna, sulla parte alta del cerchio, a destra e a sinistra, due ovali un po’ più piccoli del cerchio come due orecchie di un topolino. Adesso disegna, all’interno del cerchio, due cerchietti più piccoli per gli occhi; al centro un cerchietto per il nasino e accanto, da una parte e dall’altra tre linee dritte per definire i baffi;
  3. definisci con i dettagli il volto del topolino donando una certa espressività (è felice, triste, arrabbiato, sorpreso?);
  4. disegna sotto il volto un ovale per il corpo e aggiungi braccia e gambe;
  5. completa il disegno inserendo particolari e dettagli (indossa un abito? ha in mano qualcosa?), collocalo in un determinato ambito, colora come preferisci.

Per DISEGNO DETTATO MIRATO dobbiamo invece aspettare il quarto incontro. Non ho ancora idea di cosa proporrò questa volta ma posso mostrarvi un lavoro preparato alcuni anni fa per un’altra classe. In ogni riquadro è presente un dettaglio di ciò che i bambini dovranno assemblare. Mostro loro le varie parti in modo che provino a capire cosa potrebbe venir fuori e alla fine chiedo di disegnare l’elaborato. In questa attività possiamo sbizzarrirci anche in vari modi. Io, ad esempio, ho creato dei lucidi che riprendono le forme del mulino che messe insieme lo completano. Possiamo far giocare i bambini prima di procedere al momento del disegno oppure preparare delle forme in cartoncino insieme a loro che possono essere incollate per creare il soggetto. Questa attività potrebbe essere anche una buona prosecuzione del percorso con il tangram (che per ora non ho ancora documentato qui sul sito ma inizierò proprio settimana prossima). Ecco la tavola che riprende le fasi per la costruzione del mulino e sotto comprende i lucidi da assemblare per formare dalle parti un intero.

Un percorso con il DD MIRATO sarà senz’altro quello del Merlo che ha perso il becco. Questo mi consentirà di consolidare le figure geometriche, di stimolare la fantasia e la curiosità e, allo stesso tempo, di dar loro un’ipotesi di lavoro-creativo da fare anche in autonomia utilizzando i colori e il disegno ma anche il collage. Propongo ai bambini di comporre la figura misteriosa a partire dai sei riquadri che contengono le forme geometriche. Loro dovranno lavorare sul foglio tenendo conto di quanto mostrato alla LIM e disegnare esattamente le stesse forme ma insieme a formare… che cosa?

Spunta fuori un merlo nero che riporta alla memoria una famosa canzone. La conoscete? Beh, quando pensai questa attività ancora non conoscevo il bellissimo libro di Bruno Munari ma, quando pensai l’attività (ero ancora all’università) non andai molto lontano da quello che fece lui (con risultati decisamente migliori dei miei ahahah). Quindi preparai i lucidi con le parti del merlo e, pezzo per pezzo, strofa dopo strofa, sviscerai tutti la canzone. Attività trasversale con scienze (le parti del corpo del merlo, a cosa servono?), geometria (quali forme uso per comporre le parti del corpo del merlo?), musica e arte! E perché no, educazione fisica! Vi è venuto in mente qualcosa?

Il nostro percorso con il disegno guidato, per questo anno scolastico, termina così e con questa attività conto di arrivare giusta giusta alla settimana prima delle vacanze di Pasqua. Per aprile e maggio conto di approfondire… Ehi, ma vi sto svelando troppo! Seguitemi e lo saprete. Ma prima di salutarvi, se volete approfondire il discorso “fantasia e creatività da sprigionare ed esprimere” e restare in tema Bruno Munari, vi consiglio il bellissimo e illuminante Fantasia di Bruno Munari.

 

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